Sapori in campo 2024

Sapori in campo 2024 a Campodimele

Sapori in campo 2024 a Campodimele Sapori in campo 2024 a Campodimele Rustika brilla ancora con i maestri del gusto Lo scorso 24 luglio, la pittoresca piazza del borgo collinare di Campodimele ha ospitato un evento che ha riunito i più illustri ambasciatori del gusto locale. “ Sapori in Campo 2024 ” ha visto la partecipazione di due dozzine di stand gastronomici, accogliendo centinaia di visitatori provenienti da tutto il basso Lazio. Tra i partecipanti, si sono distinti gli chef Fausto Ferrante e Francesco Capirchio, insieme al maestro delle arti bianche Francesco Castaldi, che hanno reso la serata un tributo alla genuinità culinaria del territorio. Un trionfo di sapori e tradizioni I produttori di vino, i ristoranti, le aziende agricole bio, le macellerie gourmet e le pasticcerie hanno proposto una gamma di specialità locali, spaziando dai piatti della tradizione classica a quelli rivisitati con un tocco di arte e innovazione. La vera star della serata è stata Rustika, rinomato per essere un autentico ambasciatore dei sapori del grano e delle eccellenze agroalimentari del sud Pontino. Francesco Castaldi, con il suo panificio e pizzeria “on the move” di Fondi, ha stupito i presenti con la sua creazione “l’ambost del Trifolau”. Questa rivisitazione dei classici sandwich rustici, fatti con pane integrale chiamato “ambost” in dialetto locale, ha catturato l’attenzione di tutti. Non pago di questo successo, Castaldi ha presentato un’altra prelibatezza: un panino realizzato con pane integrale di grano antico Serena, coltivato nei campi di Campodimele. Questo pane scuro, saporito e nutriente è stato abbinato a una crema di parmigiano e pancetta artigianale al tartufo, creando un’esplosione di sapori che ha conquistato il palato dei presenti. Il successo di Rustika: sold out in due ore In poco meno di due ore, i visitatori hanno esaurito tutte le scorte di questa delizia, costringendo il team di Rustika a dichiarare …

Museo dei cuori infranti a Zagabria di Gualtieri

Il museo dei cuori infranti a Zagabria

Il museo dei cuori infranti a Zagabria Il museo dei cuori infranti a Zagabria Quando si parla d’amore si pensa al lato romantico e passionale di ogni singola relazione, all’iniziale batticuore, al corteggiamento, a tutte le fasi attraverso le quali si percorre questo cammino di condivisione e unione. E, spesso, ne scopriamo anche il lato letterario. Le grandi storie, vere o immaginarie, che hanno riempito pagine e tomi di parole appassionate. La fine del viaggio amoroso Non è così spontaneo, invece, pensare alla fine del viaggio amoroso, a quando un sentimento finisce e due persone che si erano amate si separano. Il più delle volte, questo si traduce in un senso di vuoto, di lutto, portando con sé liti e recriminazioni, accuse reciproche e strascichi polemici. Ma non sempre è così. Ci sono anche storie che finiscono in maniera civile, con reciproca consapevolezza che tutto è in continuo divenire e, come tale, può mutare e avere un termine. Il museo delle relazioni interrotte E, proprio da una situazione come questa, è nato un inconsueto museo che vuole essere un inno all’amore un po’ alternativo. Si tratta del Museo delle relazioni interrotte o dei cuori infranti, fondato a Zagabria nel 2006 da due artisti, un tempo compagni di vita, che si erano lasciati e desideravano che la loro storia d’amore non si dissolvesse nel nulla. Fu così che i due raccolsero gli oggetti che avevano rappresentato il loro amore in una mostra, affinché non andassero perduti. Ricordi e oggetti di amore Ogni amore crea una lunga serie di ricordi, tra lettere, regali, fotografie, oggetti per la casa, magari acquistati insieme, che, all’atto finale, divengono protagonisti di suddivisioni tra ex partner o rifiuti, in un impeto quasi iconoclasta di cancellazione di ogni ricordo doloroso. Non così in questo museo che, nel tempo, …

III edizione del pan a moll ad alvito

Scopri la magia della Festa del Pan a Moll ad Alvito

Scopri la magia della Festa del Pan a Moll ad Alvito Scopri la magia della Festa del Pan a Moll ad Alvito Un tuffo nelle tradizioni gastronomiche di Alvito Il 10 agosto, il pittoresco borgo di Alvito si trasformerà in un paradiso per i buongustai, ospitando la terza edizione della celebre “Festa del Pan a Moll”. Questo evento imperdibile attira ogni anno appassionati di gastronomia da ogni dove, desiderosi di assaporare il tradizionale Pane Ammollo e immergersi nella vivace atmosfera della festa, che coinvolge l’intera comunità alvitana. Un viaggio sensoriale tra tradizione e innovazione La sola menzione del Pane a moll fa venire l’acquolina in bocca. Questo piatto, pur essendo considerato “povero” per le sue origini contadine, ha saputo reinventarsi nel tempo, conquistando persino i palati più esigenti dei moderni ristoratori. Classificato come PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) del Lazio da Arsial , il Pane Ammollo è un vero e proprio simbolo della tradizione gastronomica di Alvito, celebrato in grande stile durante la festa del 10 agosto nel cuore storico del paese. Un piatto di storia e cultura Questo piatto ha radici profonde nella cucina ciociara, specialmente nei comuni di Sant’Elia Fiumerapido e Alvito. Nasce dall’ingegnosità contadina, che valorizzava ogni risorsa disponibile, trasformando il pane raffermo in una prelibatezza irresistibile. La preparazione del Pane a moll, infatti, è un’arte che conserva la consistenza e il sapore del pane, esaltati dal caldo abbraccio di un brodo ricco e profumato. Un dolce segreto di Alvito Oltre al delizioso Pane a moll , Alvito è famosa per un’altra prelibatezza: il torroncino di pasta reale. Noi di Ciociaria&Cucina vi consigliamo di non perdervi l’occasione di assaggiare questa specialità presso la Pasticceria Di Tullio , la più antica e rinomata del territorio. Un piccolo gioiello di dolcezza che vi conquisterà al primo morso. L’impegno della comunità Grazie all’impegno della Rete VisitAlvito , …

Premio cucina italiana per roma capitale - Fausto Ferrante.

Celebrazione della Cucina Italiana per Roma Capitale

Celebrazione della Cucina Italiana per Roma Capitale Celebrazione della Cucina Italiana per Roma Capitale Oggi, Cucina Italiana per Roma Capitale ha rappresentato una straordinaria occasione per rendere omaggio e celebrare l’instancabile dedizione dei nostri eccezionali chef laziali. Questo evento, tenutosi nella storica e suggestiva Sala della Protomoteca in Campidoglio, ha messo in luce l’importanza della cucina come autentico patrimonio culturale, promuovendo l’eccellenza gastronomica in preparazione al Giubileo 2025. Una giornata di grande significato La cerimonia di premiazione è stata un momento di pura emozione, riconoscendo 100 talentuosi chef del Lazio non solo per le loro straordinarie abilità culinarie, ma anche per il loro profondo impegno sociale e la promozione del Made in Italy. Questo prestigioso riconoscimento, promosso dall’ Unione Cuochi Lazio con il patrocinio della Presidenza dell’Assemblea Capitolina , mira a sostenere e valorizzare il significativo contributo della ristorazione alla cultura e all’economia della nostra amata Capitale. Dettagli dell’evento Luogo e partecipanti: l’evento si è svolto nella storica e magnifica Sala della Protomoteca in Campidoglio, alla presenza di illustri autorità come Svetlana Celli , Presidente dell’Assemblea Capitolina, e Monica Lucarelli , Assessora alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità. Obiettivi del premio: il premio si propone di celebrare e riconoscere quegli chef che incarnano le tradizioni culinarie italiane, il Made in Italy, e che si dedicano con passione a iniziative sociali e solidali. Importanza per Roma Capitale: questo riconoscimento assume un valore ancor più profondo in vista del Giubileo 2025, quando Roma accoglierà un afflusso di turisti e pellegrini, rendendo cruciale la promozione dell’eccellenza della cucina italiana. Il valore della cucina nel turismo e commercio Durante la cerimonia, Svetlana Celli, ha sottolineato l’enorme importanza della cucina nel richiamare turisti e nel sostenere il commercio locale. Ha evidenziato come il talento e la dedizione dei cuochi arricchiscano Roma e il Lazio, mantenendo vive le nostre tradizioni gastronomiche e promuovendo l’eccellenza culinaria …

Festival Nazionale dello Sport a Veroli

Festival Nazionale dello Sport Raccontato 2024: un evento imperdibile

Festival Nazionale dello Sport Raccontato 2024: un evento imperdibile Festival Nazionale dello Sport Raccontato 2024: un evento imperdibile La sesta edizione del Festival Nazionale dello Sport Raccontato è tornata a Veroli, un appuntamento atteso e amato da tutti gli appassionati di sport. L’evento, che si svolge dal 15 al 20 luglio 2024, è un’occasione unica per immergersi nelle storie e nei miti dello sport, attraverso una serie di eventi gratuiti e aperti al pubblico. L’impegno del comune di Veroli Il comune di Veroli ha dimostrato un forte impegno nella promozione della cultura e dell’arte attraverso eventi come il Festival dello Sport Raccontato. Questo festival non è solo un’occasione per celebrare lo sport, ma rappresenta anche un importante veicolo di cultura, educazione e intrattenimento per la comunità. Organizzato dalla squadra di Tutti i colori del libro, il festival propone un ricco programma di incontri con scrittori, giornalisti e protagonisti del mondo sportivo. La manifestazione sottolinea l’importanza di valori come l’eccezione e il mito nello sport, offrendo una prospettiva affascinante e approfondita sul mondo sportivo. La nascita del festival Il Festival Nazionale dello Sport Raccontato è nato con l’obiettivo di creare uno spazio dove la passione per lo sport potesse essere condivisa e celebrata attraverso racconti e narrazioni. La squadra di Tutti i colori del libro ha voluto dare voce a storie che altrimenti rimarrebbero inascoltate, creando un evento che mette in luce non solo i protagonisti dello sport, ma anche chi lo racconta. Questa sera il festival propone tre appuntamenti imperdibili: Ore 19:00 – Presentazione del libro “l’Atlante dei Numeri 10″ di Umberto Zimarri, autore del libro, accompagnato dai ragazzi de La Ragione di Stato, un fenomeno social noto per il suo tono divertente e dissacrante. Ore 21:00 – Il fenomeno tennis in Italia Stefano Meloccaro, giornalista di Sky, ci parlerà del fenomeno del tennis in Italia, …

Gallo brillo Roma

Gallo Brillo a Roma

Gallo Brillo a Roma Gallo Brillo a Roma Il vento non sa leggere…ma ti porta qui “Solo sei  persone  in tutta la Galassia sapevano che il  compito  del  presidente  non era esercitare il  potere  ma allontanare l’ attenzione  della gente da esso.” D. Adams Un posto è un luogo, una posizione, un territorio, uno spazio. Se sei in un posto, potresti tracciare un punto sulla tua collocazione su qualsiasi mappa, e quel punto sarebbe fissato, non mobile. Diversamente se non avessi un posto dove andare, ti muoveresti alla ricerca di esso. Guida enogastronomica di un autostoppista Il movimento è una delle essenze dell’Autostoppista; la ricerca e la sperimentazione le altre. La Guida è a Roma (Quartiere Prati), un posto unico, dove un piano regolatore da Milano camuffata si incontra con la romanità. Giovedì, Gnocchi! Dal Gallo Brillo @gallobrilloroma questo piatto povero, le cui radici risalgono al XVI secolo quando vennero importate in Italia le patate dall’America, viene presentato con un’armonia fonetica così fluida che arriva a solleticare le papille gustative tanto quanto la colonna vertebrale. Dopo l’ultimo assaggio l’Autostoppista capisce che piatto e vino sono 2 facce della stessa medaglia: Azienda Vinicola Terre Reali Di Fausto Grilli, Rosso da Tavola Uve 95% Montepulciano 5% Syrah. Un binomio consolidato nel tempo e vincente quello tra il locale e l’Azienda di Gallicano nel Lazio, un hic et nunc del momento, di quel luogo, imprescindibili l’uno dall’altro, indivisibili nella loro essenza. L’Oste Stefano Da Stefano, oste di città che richiama convivialità e accoglienza, si favoriscono gli scambi e le conoscenze reciproche tra gli ospiti, il tutto accompagnato da buon cibo e buon vino, componenti che nutrono non soltanto il corpo, ma anche l’anima. Qui, tutte le rappresentazioni della cucina hanno caratteristiche particolari, talmente diverse dagli stili e dal modo di fare cucina romana, da essere un luogo alternativo e …

20^ Festa del prosciutto 13 e 14 luglio

20^ Festa del prosciutto 13/14 luglio

20^ Festa del prosciutto 13/14 luglio 20^ Festa del prosciutto 13/14 luglio Benvenuti alla 20ª edizione della Festa del Prosciutto di Erzinio a Guarcino! Questo evento annuale, che si terrà il 13 e 14 luglio, celebra la tradizione culinaria locale con un focus irresistibile sul prosciutto, fiore all’occhiello della gastronomia ciociara. Un fine settimana di gusto e divertimento La festa promette un’esperienza sensoriale unica, con degustazioni guidate di prosciutto di Erzinio e altri salumi dell’azienda ciociara di alta qualità. I visitatori avranno l’opportunità di esplorare le delizie del territorio, con i menu street food e i dolci tradizionali come l’amaretto di Guarcino. Programma di intrattenimento La musica dal vivo sarà protagonista dell’evento: sabato 13 luglio, i Bonnie Quartet incanteranno il pubblico con la loro performance accattivante, mentre domenica 14 luglio sarà la volta degli artisti di strada 3dane, garantendo giornate piene di ritmo e buona compagnia. Attività per tutta la famiglia Oltre alla gastronomia e alla musica, la festa offre divertimento per tutte le età, con giochi per bambini, spettacoli e intrattenimenti che renderanno l’esperienza indimenticabile per ogni visitatore. L’atmosfera fresca e ospitale di Guarcino contribuirà a creare un ambiente accogliente e rilassato per trascorrere serate estive piacevoli. Non perdere l’evento dell’estate La Festa del Prosciutto di Erzinio è un’occasione imperdibile per chi ama il buon cibo e desidera immergersi nella cultura e nelle tradizioni locali. Non mancate questa celebrazione unica che porta il meglio della gastronomia ciociara sotto le stelle di Guarcino.

Vino, estate e condivisione un viaggio tra profumi e sapori

Vino, estate e condivisione: un viaggio tra profumi e sapori

Vino, estate e condivisione: un viaggio tra profumi e sapori Vino, estate e condivisione: un viaggio tra profumi e sapori Introduzione Con l’arrivo dell’estate, il mondo del vino diventa protagonista di numerosi eventi e manifestazioni, celebrando i sapori e gli aromi delle nostre terre. Sara Sepahi , sommelier di grande impegno e passione, ci guida ogni mese in questo affascinante universo, raccontandoci le storie e le tradizioni che si nascondono dietro ogni calice. L’estate è il momento ideale per partecipare a degustazioni, fiere e festival dedicati al vino, dove cibo, cultura e territorio si incontrano in una sinfonia perfetta. Da Roma con il Forum della Cultura del Vino e Festa dei Sommelier, a selezioni straordinarie presentate da DoctorWine , ogni evento offre un’opportunità unica di esplorare e apprezzare la ricchezza vinicola italiana. Grazie all’impegno di questi professionisti, possiamo immergerci in esperienze che vanno oltre la semplice degustazione, scoprendo il vero valore del vino come strumento di connessione e condivisione. Lasciatevi ispirare e trasportare in questo viaggio sensoriale, brindando all’estate e a tutto ciò che di meraviglioso ha da offrire. Benvenuta estate Benvenuta estate e con te la voglia sempre nuova di serate vissute all’aperto, in luoghi che coccolano l’anima stanca della giornata calda e affaccendata. Il desiderio scalpitante dell’imbrunire ci conduce ad appuntamenti attesi per ristorarci sulla leggerezza di una serata di condivisione attraverso chiacchiere, incontri e naturalmente calici di buon vino per brindare “al momento”, a quel “qui e ora” Eventi protagonisti dell’estate Le occasioni che in questo periodo si aprono a noi sono davvero numerose; ovunque un crogiolo di eventi dove cibo vino e territorio si fanno protagonisti e portatori di storie, divulgatori di esperienze e strumenti di viaggio attraverso sapori, aromi di regioni e luoghi ancora tutti da scoprire. Questo mese desidero parlarvi degli eventi che hanno il vino come protagonista e di quanto la …

Spazio pubblicita in basso pagina Ristorante For de Porta

Osteria for de porta a Marino

Osteria for de porta a Marino Osteria for de porta a Marino La paura dona le ali al coraggio “L’idealismo, la  dignità  della  ricerca  pura, il  desiderio  di  perseguire  la verità in tutte le sue forme, sono tutte  cose  bellissime, ma prima o poi arriva un  momento  in cui si comincia a  sospettare  che esista una qualche verità  reale , e che questa verità sia che tutto l’infinito multidimensionale dell’ Universo  è quasi certamente governato da un branco di  pazzi . E se si arriva a dover  scegliere  fra il passare altri dieci milioni di anni a cercare di  scoprire  questa semplice verità e il prendere i  soldi  e  scappare , io personalmente sceglierei quest’ultima possibilità”.       D.Adams Decifrare il linguaggio significa spesso riuscire a capire verità riguardo a noi stessi che non siamo in grado di cogliere nella nostra vita quotidiana. Per questo quando si sogna si ha una percezione molto più equilibrata di quello che sta succedendo nella nostra vita. Sentire che manca qualcosa ma non riuscire a definire cosa, è una sensazione molto comune. Ci si sente così perché abbiamo tutti un pezzo mancante; per alcuni è un piccolo frammento, per altri è un enorme tassello. Tutti, nella vita, ci siamo lasciati alle spalle una parte di noi. C’è chi, per cercare di ritrovare il pezzo mancante, gira il mondo, chi prova tante esperienze. E quasi nessuno trova mai la pace. L’Autostoppista vaga per la vita preferendo le strade non battute, ricercando esperienze ed emozioni sublimi. Sceglie in quali scorci fermarsi per riposare e in quali incroci rallentare per riflettere, con la consapevolezza che il suo cammino non è una gara, la competizione non esiste se non con sé stesso, perché il suo percorso vuole essere unico. È attraverso il viaggio che ha voluto non essere schiavo delle aspettative altrui, per capire cosa rende lui stesso felice davvero. Prendendo in considerazione le infinite possibilità che …

La tragedia dei braccianti

La tragedia dei braccianti

La tragedia dei braccianti La tragedia dei braccianti Un sistema insostenibile che dobbiamo cambiare Il recente caso del bracciante agricolo sfruttato e morto è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che mettono in luce un sistema profondamente ingiusto e insostenibile. Da oltre dieci anni, attraverso le pagine dei nostri giornali, continuiamo a denunciare le pratiche disumane che spesso si celano dietro i prezzi stracciati della grande distribuzione, promuovendo la stagionalità della frutta, della verdura e del pescato. È un sistema che conviene a molti, ma a che prezzo? I prodotti a basso costo sugli scaffali dei supermercati sono spesso il risultato dello sfruttamento dei lavoratori nelle aziende agricole. È un modello che distrugge le vite e degrada la dignità umana, mentre arricchisce solo pochi. Dall’altro lato, mentre i nostri braccianti e le aziende a carattere familiare sorridono mentre coltivano la propria terra, felici di quello che fanno, vediamo un esempio di come potrebbe essere un futuro sostenibile. Queste realtà lavorano con passione e rispetto per l’ambiente, contribuendo al benessere delle loro comunità. La sostenibilità non è solo una parola di moda, ma una necessità urgente. Ecco tre ragioni per cui dobbiamo smettere di fare la spesa nella grande distribuzione e supportare le piccole aziende agricole a carattere familiare: Migliore sostenibilità ambientale Le piccole aziende agricole, spesso a conduzione familiare, utilizzano pratiche più rispettose dell’ambiente. Evitando l’uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti chimici, preservano la biodiversità e mantengono la qualità del suolo. Supportare queste realtà significa contribuire a un futuro più verde e sano per tutti. Prodotti più salutari Gli alimenti provenienti dalle piccole aziende agricole sono generalmente più freschi e meno trattati. Sono coltivati con amore e cura, spesso seguendo metodi biologici o integrati. Scegliendo questi prodotti, non solo miglioriamo la nostra salute, ma sosteniamo anche un modo …

Caprarola Palazzo Farnese - D'O Tuscia

La magia della cucina della Tuscia

La magia della cucina della Tuscia Un viaggio gastronomico alla Trattoria del Cimino a Caprarola Caprarola , con il suo incantevole paesaggio e il maestoso Palazzo Farnese , è un gioiello nascosto nel cuore della Tuscia viterbese. Ma oltre alle meraviglie architettoniche e naturali, c’è un altro tesoro che vale la pena scoprire: la Trattoria del Cimino . Come food writer e giornalista gastronomico, la mia visita a questo ristorante è stata un’esperienza che ha risvegliato i sensi e celebrato la tradizione culinaria del Lazio. Una storia di famiglia e tradizione La Trattoria del Cimino non è solo un ristorante, ma un pezzo di storia vivente. Fondata nel 1940 come Fraschetteria del Cimino, ha mantenuto intatto il suo spirito originario, trasformandosi da semplice osteria a trattoria di eccellenza. L’anima della cucina è Maria Assunta , che ha ereditato il sapere culinario delle donne che l’hanno preceduta. Ogni piatto che esce dalla cucina porta con sé il sapore delle generazioni passate e il rispetto per la tradizione. Caprarola: un borgo da scoprire Prima di lasciarvi conquistare dai sapori della Trattoria del Cimino, prendetevi del tempo per esplorare Caprarola. Questo borgo-gioiello è dominato dal maestoso Palazzo Farnese, un capolavoro rinascimentale che merita una visita approfondita. A pochi passi, si trova Palazzo Riario, un edificio storico che racconta le vicende del paese sin dal 1370. Questi luoghi non solo arricchiscono lo spirito, ma preparano il palato per l’esperienza culinaria che vi attende. Un menù che celebra il Lazio La cucina della Trattoria del Cimino è un omaggio ai sapori del Lazio. I piatti sono generosi nelle porzioni e ricchi nei sapori, con un’attenzione particolare alla qualità delle materie prime, tutte rigorosamente selezionate e rispettose delle stagioni. Tra le specialità da non perdere, i pici all’amatriciana sono un vero e proprio capolavoro, una pietra di paragone per chiunque ami questa celebre ricetta laziale. Premiati come …

Natura al Flora cult delle Fendi

Natura in numeri: l’incanto di Flora Cult

Natura in numeri: l’incanto di Flora Cult In un mondo sempre più dominato dall’artificio e dalla frenesia, eventi come il Flora Cult emergono come vitali promemoria dell’importanza di riconnettersi con le radici profonde e autentiche dell’esistenza umana: la natura e la sua inesauribile ricchezza. Quest’anno ho avuto la fortuna di immergermi in questo straordinario incontro tra botanica e cultura sostenibile, non solo come amante della natura, ma anche come food writer e giornalista, portando con me una passione viscerale per tutto ciò che è verde e vivente. Gianmarco Odifreddi Matematico, accademico e divulgatore scientifico, presente al Flora Cult, ha aggiunto un fascino particolare, rendendo l’evento ancora più irresistibile per me. Ascoltare il suo unico approccio alla matematica applicata al mondo naturale ha arricchito enormemente la mia esperienza. Odifreddi possiede il raro talento di trasformare i numeri in poesia, facendo danzare le equazioni con la stessa grazia delle foglie mosse dal vento. Il Flora Cult non è solo un evento; è un manifesto vivente che dimostra come la cultura possa e debba integrarsi con l’ambiente. Ogni stand, ogni discussione, ogni pianta esposta testimonia come la creatività umana possa coesistere armoniosamente con il mondo naturale, arricchendolo piuttosto che sfruttarlo. È un luogo dove i principi di sostenibilità non sono solo teorizzati ma messi in pratica, dove l’arte incontra la scienza e dove la bellezza delle piante tocca le corde profonde dell’etica e del benessere. Inoltre, questa 4 giorni serve da potente catalizzatore per un cambiamento più ampio nella società, promuovendo un modo di vivere più rispettoso dell’ambiente e più consapevole delle infinite possibilità offerte dalla natura. Il Flora Cult mostra mercato florovivaistica e di sostenibilità La manifestazione celebra la natura e la matematica: Gianmarco Odifreddi al centro della scena Nel cuore verde della capitale, si è svolta la tredicesima edizione del Flora Cult , l’evento annuale …

Jannik Sinner e i Carota Boys

Un sogno tinto di arancione – Jannik Sinner

Un sogno tinto di arancione – Jannik Sinner È così che potremmo descrivere la straordinaria avventura di sei amici, uniti dalla passione per il tennis e per un giovane campione italiano, Jannik Sinner. Questo sogno ha preso vita tra le pagine del loro primo libro, Sogno arancione. Sei amici e un pazzo amore per un grande sportivo, edito da Rizzoli, presentato lo scorso 16 maggio all’Open Baladin di Cuneo. Gianluca Bertorello, Alessandro Dedominici, Lorenzo Ferrato, Francesco Gaboardi, Alberto Mondino e Enrico Ponsi, conosciuti come i Carota Boys, hanno trasformato una passione condivisa in una storia indimenticabile. Sei ragazzi di Revello, un piccolo comune del Piemonte, legati da un’amicizia solida e da un amore viscerale per il tennis, che hanno saputo inseguire i loro sogni con determinazione e un pizzico di follia. Tutto è iniziato il 12 maggio 2023, al Foro Italico di Roma. Indossando costumi da carota acquistati online, i cinque amici hanno deciso di sostenere Jannik Sinner durante il match contro Kokkinakis. Un gesto semplice, quasi scherzoso, che in pochi giorni li ha trasformati nei celebri Carota Boys. Mancava solo Alberto, che all’ultimo momento non era riuscito a trovare il suo costume, ma si è unito presto al gruppo con entusiasmo rinnovato. La svolta è arrivata il 26 maggio, quando hanno ricevuto una mail inaspettata da Lavazza , che li invitava al Roland Garros per tifare Sinner. È iniziata così un’avventura che li ha portati in giro per il mondo, tra tornei internazionali e momenti indimenticabili. Parigi, Rotterdam, Torino: ogni tappa è stata un capitolo di una favola moderna, fatta di passione, amicizia e sogni che si realizzano. Sogno arancione, non è solo la cronaca di un viaggio straordinario, ma un racconto di vita, di sogni condivisi e di legami indissolubili. Le 238 pagine del libro offrono uno spaccato autentico e coinvolgente …

Strada dell'appia antica da roma ai castelli romani

La strada dell’Appia Antica da Roma ai Castelli Romani

La strada dell’Appia Antica da Roma ai Castelli Romani Un viaggio tra storia, monumenti e turismo Un accenno alla storia dell’appia Antica La costruzione della Via Appia ha rappresentato nell’antichità un evento di straordinaria rilevanza, non solo dal punto di vista dell’ingegneria e della concretezza del disegno politico impresso a intere nazioni allora costituenti l’Italia antica, ma per le implicazioni storiche sottese alla sua realizzazione, che coinvolsero per ben più di un millennio le civiltà bagnate da oltre la metà del Mediterraneo. La strada infatti venne a percorrere tutta l’Italia antica , allacciando il mare Tirreno all’opposto mare, attraversando il Lazio, la Campania, il Sannio, la Lucania e la Puglia: le regioni, cioè, che costituivano quasi tutta la parte più ricca e civile della Penisola. La realizzazione e l’evoluzione della Via Appia La via fu realizzata nel primo tratto, fino a Capua (oggi S. Maria Capua Vetere), dal censore Appio Claudio nel 312 a.C. Capua era allora, per importanza e grandezza, la terza città dell’Italia, dopo Roma stessa e Taranto, e costituiva il più importante nodo per le comunicazioni verso il Meridione. La via Appia fu prolungata poi, man mano che le armi romane avanzavano nelle regioni meridionali, a Benevento nel 268 e subito dopo a Venosa, a Taranto nel 272, infine a Brindisi, che raggiunse prima del 191 a.C. Quando la via fu realizzata nel tratto fino a Capua, alla fine del IV sec. a.C., Roma era ormai una delle maggiori città del Mediterraneo. Roma, sicura sul fronte settentrionale e orientale contro gli Etruschi e i Sabini, vincitrice della Lega Latina nel 338, dopo lo sterminio degli Equi e dei Volsci sul fronte sud orientale e meridionale, si affacciava con prepotenza alla conquista della Campania, contendendola ai Sanniti. In questo clima primeggia la figura di Appio Claudio Crasso, che sarà poi detto il Cieco: una delle …

Casa Barnekow a cura di Chiara Carla Napoletano

Casa Barnekow

Casa Barnekow – Anagni Casa Barnekow È una dimora storica situata nel centro di Anagni. Presenta uno stile unico di architettura medievale; fu costruita sotto il pontificato del Papa anagnino Gregorio IX, ma il nome ricorda un nobile barone e alchimista svedese, chiamato appunto Barnekow Alberto, che nella seconda metà dell’Ottocento, nel 1860, dopo aver sposato una sua modella di origine anagnina, l’acquistò e ne decorò la facciata con affreschi e lapidi di argomento religioso ed esoterico scritte in diverse lingue, dopo essersi convertito al Cattolicesimo. Tribuna Albertina La facciata fu nominata dal barone stesso “Tribuna Albertina” e per la realizzazione della stessa ci vollero 25 anni. Oggi le illustrazioni, le iscrizioni e i significati alchemici sono spiegati dettagliatamente all’interno della casa insieme alla storia e al vissuto del barone. Per questo motivo lo stile di questa dimora appare subito particolare e unico al primo colpo d’occhio. Prima del barone, la dimora ha conosciuto diversi proprietari appartenenti a varie famiglie nobili di Anagni: i Tomasi, i Ciprani e i Gigli, per questo motivo un altro nome con il quale è identificata la dimora è proprio “Casa Gigli”, come la presentò lo storico medievalista tedesco Ferdinand Gregorovius nel suo scritto “In giro per L’Italia”, dove lo scrittore racconta e descrive le città che ha visitato nei suoi viaggi, tra cui Anagni, definita una delle più belle terrazze d’Europa. Dopo di lui hanno parlato della dimora anche lo storico R. Ambrosi De Magistris nella sua “Storia di Anagni” del 1889 e P. Zappasodi in “Anagni attraverso i secoli” del 1907. Recentissima è poi la pubblicazione dell’archeologo G. Viti “Casa Barnekow, tribuna di un alchimista”. La dimora appartenne anche al noto artista anagnino Tommaso Gismondi che ne fece un’area espositiva delle sue opere e ne curò un parziale restauro. L’esterno è molto pittoresco con …