Olio d'eccellenza della Ciociaria e la crisi dell'olio

Olio d’eccellenza della Ciociaria

Olio d’eccellenza della Ciociaria Olio d’eccellenza della Ciociaria Le sfide della raccolta nel 2023 e la forza dei nostri produttori L’anno 2023 si presenta come un periodo di sfide senza precedenti per il mondo dell’olio d’oliva, con molteplici fattori che influenzano la produzione e il costo del prezioso “oro verde”. In questo contesto critico, ci sono produttori nel Lazio che, nonostante le difficoltà, emergono come baluardi della qualità e della passione per la terra. Esploriamo le sfide della raccolta e celebreremo i nostri produttori locali che, nonostante le avversità, continuano a offrire un olio straordinario. Le sfide della raccolta nel 2023 Il 2023 ha visto un aumento vertiginoso dei prezzi dell’olio d’oliva, creando una convergenza complicata per i produttori. In molte regioni, la raccolta è stata ridotta fino all’80%, con produttori che lottano contro avversità climatiche come piogge abbondanti al momento sbagliato e una siccità persistente da metà giugno. Queste condizioni avverse hanno portato a un innalzamento anomalo dei prezzi, influenzato anche dai maggiori costi del packaging e del carburante. Questo si tradurrà in un aumento significativo dei prezzi, con un litro d’olio che potrebbe raggiungere anche i 15 euro. La forza dei nostri produttori Nonostante le avversità, nel nostro territorio spiccano aziende che continuano a garantire olio d’oliva di eccellente qualità. Queste aziende sono una testimonianza della resilienza e della passione dei produttori locali, che, nonostante le sfide, si impegnano a mantenere alti standard di produzione. I protagonisti della qualità Frantoio Nico Cerquozzi di Boville Ernica Un nome che rappresenta la tradizione e l’eccellenza nella produzione di olio d’oliva. Le Colline di Raffaele di Veroli Un’azienda che abbraccia le colline della regione, offrendo un olio che cattura l’autenticità del territorio. Agricoltura e Benessere di Pico Un connubio tra agricoltura sostenibile e la produzione di un olio che promuove il …

Babbo Natale del terzo millennio

Babbo Natale del terzo millennio

Babbo Natale del terzo millennio Babbo Natale del terzo millennio Il mese di Dicembre ci porta a pensare alle festività e queste evocano alla mente scenari imbiancati e paesaggi nordici. Ai bimbi vengono raccontate storie in attesa che Babbo Natale arrivi dal Grande Nord con la sua slitta trainata da renne, portando doni. Immaginiamo scenari polari e villaggi sperduti in mezzo ai ghiacci, dai quali il simpatico ”vecchietto” giungerà. E l’atmosfera di festa cancella la coscienza di quanto quei luoghi stiano mutando a causa dei cambiamenti climatici e il rischio di perdere ciò che oggi diamo per scontato nel nostro bellissimo e sofferente pianeta, nella natura come l’abbiamo sempre conosciuta. Il futuro sotto le tue mani Gli scienziati ci dicono che nel 2100, un periodo che a noi sembra ancora molto lontano perché percepiamo il tempo secondo il metro della durata della nostra vita, ma che, geologicamente parlando, è molto più breve di quanto crederemmo, la maggior parte dei ghiacciai alpini potrebbe essere sparita. Questo sarebbe un danno enorme, non soltanto perchè perderemmo i magnifici paesaggi che oggi ammiriamo, ma anche importanti risorse idriche e la memoria storica di parte del nostro pianeta e dei cambiamenti in esso intercorsi lungo i millenni. L’archivio del ghiaccio Infatti il ghiaccio contiene, nelle sue stratificazioni, polveri atmosferiche, gas, isotopi radioattivi e resti biologici di forme di vita e costituisce un archivio naturale della storia del nostro pianeta e dei cambiamenti subiti nel corso delle varie ere. Per questo nel 2015 è nato il progetto Ice memory, tra l’Università Ca Foscari di Venezia, il Cnr e l’Università di Grenoble, volto a prelevare carote di ghiaccio nei siti a maggior rischio di scioglimento per poi stoccarle in una sorta di banca del ghiaccio in Antartide, dove potranno essere studiate e conservate a memoria del passato …

Ausonia, Castello di Fratte

Ausonia, Castello di Fratte

Ausonia, Castello di Fratte Ausonia, Castello di Fratte Il comune di Ausonia prende il nome dall’antica città degli “Osci Ausoni”, una popolazione di origine indoeuropea che in epoca pre-romana si era stanziata nel territorio e che ivi rimase fino alla conclusione della seconda guerra sannitica, tra il IV e il III sec a.C. quando la città fu conquistata e sottomessa a Roma; essendo una popolazione alleata dei nemici sanniti, fu completamente sterminata. L’antica città da principio si era sviluppata tutt’attorno a un castrum, che successivamente, nel Medioevo, fu ricostruito e fortificato ulteriormente dai principi di Capua, assumendo la definizione di Castrum Fractarum, prendendo dunque il nome da “Fratte”, la denominazione che aveva sostituito la precedente e che rimase in utilizzo fino al XIX secolo. I Caetani Il Castrum godeva di una posizione di rilevanza trovandosi fra il Ducato di Gaeta e i possedimenti dell’ Abbazia di Montecassino e spesso passò proprio da un dominio all’altro, come testimonia anche una documentazione scritta del 1025, in cui fu donato dal Conte di Trametto a Pietro delle Fratte. Nel XV secolo, il castello divenne proprietà dei Caetani, infatti nel 1421 fu redatto un inventario alla morte di Onorato II Catetani d’Aragona che testimonia come il castello apparisse in decadenza, presieduto e protetto dal Capitano Andrea De Nardillo di Fondi a da cinque suoi compagni che vivevano andando avanti con poche scorte e continuando comunque a combattere contro i nemici in nome dei Caetani. I Colonna Nel 1501 ai Caetani subentrarono i Colonna che unirono i possedimenti con quelli di Fondi, successivamente passò ai Lannoy di origini francesi e ai Carafa di origini campane. quattro angoli che circondano la torre centrale quattro torrette di difesa esterna, una con orologio a campana. Col tempo il degrado divenne sempre maggiore, nel 1842, il castello venne adibito a cimitero e …

AppuntiGastrosofici

Viaggio nella storia alimentare del Natale

Il testo esplora la storia alimentare del Natale, iniziando con l’associazione della festa al 25 dicembre dal IV secolo d.C. Le radici natalizie si intrecciano con tradizioni pagane legate al solstizio d’inverno. La festa natalizia, la più estesa dell’anno, è caratterizzata dal convivio, con il cibo come protagonista. Il pane e la carne, simboli eucaristici, dominano la tavola, con il pane natalizio di Bethleme e la carne in ricette regionali. Il cappone assume un ruolo centrale, mentre i dolci chiudono il banchetto. Il cibo diventa veicolo di prosperità e le abbondanti portate natalizie contrastano con la frugalità quotidiana. Il calendario alimentare natalizio comprende digiuni, funzioni religiose e abbuffate, con pane e carne come simboli di prosperità. Il testo evidenzia l’importanza del cibo e della tavola nei rituali festivi, trasmettendo la cultura attraverso generazioni. La gastrosofia natalizia invita a gustare non solo il cibo ma anche i significati che si celano dietro ogni piatto.

tournedos per il pranzo di Natale

Tournedos

Tournedos Tournedos per il pranzo di Natale Un capolavoro gastronomico firmato Stella del Morrone per La Car di Patrica Preparatevi a immergervi in un’esperienza culinaria straordinaria durante il vostro pranzo di Natale con i Tournedos, l’opera d’arte gastronomica creata con maestria da Stella del Morrone per la rinomata macelleria norcineria La Car di Patrica . Questo secondo piatto, avvolto da un’aura di eleganza, trasforma il filetto di maiale in piccoli medaglioni di estrema prelibatezza. Il suo nome non è solo un richiamo alla raffinatezza, ma sottolinea anche la sorprendente semplicità con cui questa delizia si materializza in un capolavoro culinario. I Tournedos si distinguono per una marinatura avvolgente che esalta la tenerezza e il sapore del filetto di maiale, creando un connubio irresistibile di sapori festivi. Il tocco di brandy aggiunge un elemento di lusso, trasformando questi medaglioni in una prelibatezza destinata a brillare come stella indiscussa sulla vostra tavola festiva. Dunque, preparatevi a deliziare il vostro palato e a stupire i vostri ospiti con questa creazione straordinaria di Stella del Morrone per La Car di Patrica . Questo secondo non sono solo un piatto, ma un’esperienza culinaria indimenticabile che renderà il vostro pranzo di Natale un vero trionfo gastronomico. Un’elegante e deliziosa creazione da includere nel vostro pranzo di Natale. Questo secondo piatto, preparato con piccoli medaglioni di filetto di maiale, incanta non solo per la sua raffinatezza nel nome e nell’aspetto, ma anche per la sorprendente semplicità con cui si realizza. Con una marinatura avvolgente e un tocco di brandy, i tournedos sono destinati a diventare la stella indiscussa della vostra tavola festiva.

I dolori di stomaco come curare

I dolori di stomaco dopo le abbuffate natalizie

Il testo parla dei dolori di stomaco post-abbuffate natalizie e dell’importanza di curarli senza effetti collaterali dannosi. Si evidenzia il progresso dalla pericolosa Atropa belladonna alla cimetidina, ma si avverte contro un uso eccessivo di inibitori di pompa. Come alternativa, si suggeriscono rimedi naturali come malva, melissa, zenzero e liquirizia, che possono contrastare il dolore senza rischi associati ai farmaci convenzionali.

Grotte di Collepardo - Ponte dei Santi - Certosa di Trisulti

Grotte di Collepardo – Ponte dei Santi – Certosa di Trisulti

Grotte di Collepardo – Ponte dei Santi – Certosa di Trisulti Grotte di Collepardo – Ponte dei Santi – Certosa di Trisulti L’escursione del mese si sviluppa nel contesto territoriale dei Monti Ernici, più precisamente di Collepardo, paese immerso tra aspre pendici montuose e valli profondamente incise, fortezza di importanti specie erboristiche e copiose sorgenti, valico tra i territori ciociari, romani e abruzzesi. La natura carbonatica del territorio denota un paesaggio ricco di fenomeni tipici del carsismo epigeo ed ipogeo, quali canyon, sorgenti, grotte, pozzi verticali ecc.; tra questi, degni di nota sono appunto il canyon e le sorgenti del Fiume Cosa, la Grotta dei Bambocci e Pozzo d’Antullo, importanti geositi inseriti nel Parco Naturale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi. Il nostro itinerario avrà inizio con una visita guidata alle “Grotte dei Bambocci”, nome acquisito dalla cavità ipogea, in seguito a fantasiose e curiose associazioni zoo-antropomorfe tra le spettacolari e multiformi stalattiti e stalagmiti presenti all’interno della grotta. Usciti dalla grotta percorrendo a ritroso la strada asfaltata, dopo circa un chilometro inizia sulla destra il vero e proprio sentiero escursionistico, opportunamente indicato con segnaletica CAI – LH8+LHT4 “Valle dei Santi” e pannello didattico esplicativo. Il tracciato si presenta abbastanza evidente, costantemente coperto dalla vegetazione arborea, con scorci su falesie calcaree, segue risalendo in buona parte il letto del Fiume Cosa e in diversi tratti lo attraversa con dei caratteristici ponticelli in legno, su cui è bene fare attenzione. In questo periodo il corso d’acqua è asciutto, tranne nell’ultimo tratto, prima della fine del sentiero, dove si possono ammirare piccoli salti e cascatelle d’acqua limpida. Il percorso giunge dopo circa quattro chilometri al Ponte dei Santi, struttura risalente all’XI secolo, costruito per volontà di San Domenico da Foligno, eremita e abate fondatore di due dei monasteri tuttora presenti nel …

Trekking in val canneto

La Val Canneto

La Val Canneto La Val Canneto E’ nel cuore verde della Val Comino, solcata dalle acque limpide e fresche del fiume Melfa, si apre la Val Canneto, caposaldo di natura incontaminata del versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (P.N.A.L.M.), antica via di scambio tra le terre Ciociare e quelle dell’Alto Sangro. Partenza L’itinerario è raggiungibile dal paese di Settefrati, che rappresenta prevalentemente il comune di competenza del territorio in questione. Seguendo la strada provinciale per circa 9 km che dal centro storico porta al Santuario della Madonna di Canneto (1021 m s.l.m.), luogo di culto da dove si diparte il nostro percorso. Il sentiero CAI da seguire è l’F2. Segnalato ed ufficializzato dall’Ente Parco, lasciamo alle spalle il santuario e seguendo una sterrata, ci inoltriamo lungo il sentiero boscato. Il suono dello scorrere veloce dell’acqua fa da sottofondo al nostro lento fluire, assorti nell’equilibrio dinamico della natura, tra boschi di faggio e panoramiche vedute. Papa Giovanni Paolo II Diversi salti d’acqua e cascatelle si susseguono lungo il tracciato. Una delle manifestazioni più vistose e degna di nota, è senz’altro la Cascata dello Schioppaturo a 1200 m di altezza. Famosa anche per la visita “meditativa” di Papa Giovanni Paolo II nel 1985. Si segue pian piano, il sentiero, fino ad affacciarsi sulle spettacolari marmitte fluviali. Formate dall’azione erosiva del corso d’acqua special modo in prossimità delle cascate. Evitiamo di lasciare il sentiero principale pur entrando nel letto del torrente. La particolare vocazione ad ospitare parte del ciclo biologico di diversi importanti anfibi ed invertebrati tipici dell’ambiente lotico delle forre appenniniche. Camminare in punta di piedi e rispettare l’ambiente circostante. E’ l’approccio con cui ci si può sentir parte integrante del sistema, contribuiendo alla conservazione nel tempo di tali habitat. Dopo una serie di tornanti si apre una radura all’ombra dei faggi. Sul margine sinistro del bosco …

Parco Regionale di Posta Fibreno

Riserva naturale di Posta Fibreno

Riserva naturale di Posta Fibreno Riserva naturale di Posta Fibreno Attraversare un territorio a piedi, con occhi attenti e curiosi, permette di viverne gli aspetti più intimi e essenziali. Lentamente ci si muove, assorbendo il paesaggio con tutti i suoi “attori”, le sue forme e sonorità. Primo tratto L’itinerario attraverso il quale voglio condurvi, è appunto interno al territorio della Riserva Naturale del lago di Posta Fibreno. Suggerendovi un percorso che si snoda e si collega con gli ambienti peculiari dell’area protetta. Partendo da Piazza Carpello, in riva al lago, iniziamo il percorso intraprendendo il Sentiero Catannovo subito a ridosso dell’abitato. Salendo nel tratto iniziale lungo la collina che si specchia sul lago, dalla quale si aprono diversi scorci panoramici, approfittando dei punti di sosta per l’unico tratto di salita dell’intero itinerario. L’ambiente circostante rimarca i connotati di un bosco misto, tra querce, olmi, ornielli, ginepri. Dimora di svariate specie animali, come il tasso, l’istrice, la faina, la donnola, l’allocco, il picchio, la ghiandaia e molte altre appartenenti a questo habitat forestale. Particolarità da osservare dopo pochi minuti dalla partenza, sono le doline carsiche Valle Risa e Fossa Canini. Che mettono in risalto alcuni degli aspetti paesaggistici legati al fenomeno ricorrente del carsismo della Riserva. Seguendo il tracciato, che fungeva in passato da mulattiera, si possono osservare terrazzamenti con muretti a secco e oliveti. Una cavità utilizzata in passato come ricovero per animali, richiamo della cultura contadina di tempi passati. Subito dopo si riscende sulla piana del lago, e a circa un chilometro, in uscita dal sentiero “Catannovo”, si torna sulla strada principale per imboccare il sentiero “Taurino”. Costeggia la sponda sinistra del lago per circa cinquecento metri, su di una agevole passerella in legno, dalla quale ci si può godere la vista di una moltitudine di uccelli acquatici, dai più confidenti come folaghe, germani reali, gallinelle d’acqua, ai più elusivi come moriglioni, …

forno antico a trevi nel lazio

Trevi, tra storia e fascino culinario

Trevi, tra storia e fascino culinario Trevi, tra storia e fascino culinario Viaggiando con gusto questo mese vi condurrà dai maestosi bastioni del castello di Trevi nel Lazio fino alla deliziosa cucina Fiuggina, come affermano i cultori della buona tavola: “La scoperta di un nuovo piatto fa più per la felicità dell’umanità che la scoperta di una nuova stella.” In questo viaggio, scoprirete proprio questo: la gioia di esplorare le delizie culinarie locali, che sono spesso un rifugio per l’anima. Partendo dal suggestivo castello di Trevi nel Lazio, vi invito a intraprendere un affascinante percorso enogastronomico che vi condurrà attraverso la storia culinaria di questa terra, culminando in un’esperienza emozionante a Fiuggi. Le sagne nere Oltre le antiche mura del castello di Trevi nel Lazio , un luogo intriso di storia e fascino, inizierete il vostro viaggio culinario alla scoperta di un tesoro gastronomico. Qui, nel cuore di Trevi, potrete deliziare il vostro palato con un piatto che ha attraversato i secoli e ancor oggi incanta i sensi: le Sagne nere. Questa prelibatezza ha plasmato la storia culinaria di Trevi, portando con sé l’autenticità e la genuinità di una tradizione radicata nel territorio. Le Sagne nere sono il vero protagonista di questa esperienza gastronomica, un piatto che parla del passato, di ingredienti semplici e di sapienza culinaria tramandata di generazione in generazione. Questa pasta, dal colore scuro e dal sapore unico, racconta la storia di Trevi nel Lazio Ma la tradizione va oltre alle Sagne nere, qui potrete assaporare la polenta, la pizza sotto ajo coppo, le sagne e fagioli e i quadrucci con legumi. Forno genuini sapori Mentre cerchiamo il ristorante che serve ancora queste prelibatezze, vi consiglio di fare tappa al Forno Genuini Sapori, un antico forno che conserva le tradizioni della panificazione. Qui, la famiglia ha preservato le antiche ricette, offrendo una …

Alla scoperta dei castelli e delle dimore

Alla scoperta dei castelli e delle dimore

Alla scoperta dei castelli e delle dimore Alla scoperta dei castelli e delle dimore Alvito: tra castelli e dolci prelibati Continua insieme a Chiara Carla Napolitano il viaggio alla scoperta dei tesori nascosti della Ciociaria, una regione dal patrimonio culturale e enogastronomico straordinario. Dopo aver visitato il suggestivo Castello di Vicalvi, il nostro percorso ci ha condotto al Castello di Alvito, a soli 9 km di distanza. In questa tappa, scopriremo una particolarità culinaria unica e il fascino di uno dei borghi più affascinanti della zona. Alvito: un borgo incantato Situato nella splendida Valle di Comino, Alvito si presenta come un autentico gioiello incastonato tra le colline. Il suo Castello, risalente al XII secolo, domina il borgo con la sua imponente presenza e offre una vista mozzafiato sui dintorni. Con le sue mura imponenti e le torri maestose, il Castello di Alvito è un vero e proprio scrigno di storia e cultura. La prelibatezza dei torroncini di pasta reale Ma Alvito non è solo storia e architettura, è anche il luogo in cui si possono assaporare dei dolci prelibati che hanno conquistato il palato di molti. Tra le sue specialità culinarie più famose ci sono i torroncini di pasta reale. Per assaporarli, è d’obbligo fare una visita all’Antica Pasticceria Di Tullio, una storica pasticceria attiva dal lontano 1850. Un tuffo nel passato L’Antica Pasticceria Di Tullio, con le sue radici napoletane che risalgono al periodo borbonico, è un luogo magico che conserva ancora oggi le antiche tecniche artigianali nella produzione dei suoi dolci. Utilizzando ingredienti naturali e selezionati con cura, questa rinomata pasticceria crea autentiche opere d’arte dolciarie. I torroncini di pasta reale, in particolare, sono diventati un simbolo di Alvito, tanto da essere apprezzati anche a livello internazionale. La ricchezza enogastronomica della Ciociaria La Ciociaria non si limita solo …

enoteca Barnaba di Arpino

Enoteca Barnaba: un rifugio per gli amanti del vino

Enoteca Barnaba: un rifugio per gli amanti del vino Enoteca Barnaba: un rifugio per gli amanti del vino Una storia da scoprire Con l’arrivo dell’autunno, l’aria si riempie dei profumi avvolgenti dei grappoli maturi e dei vigneti in festa. Questi aromi, che evocano l’essenza stessa del vino, trovano la loro massima espressione all’Enoteca Barnaba di Arpino, un luogo dove la passione per il vino è elevata a livelli straordinari. In questa incantevole località, che fu la terra natale del celebre oratore romano Cicerone, scopriremo un viaggio attraverso i sapori e le storie che animano la vendemmia e il mondo del vino. Benvenuti all’Enoteca Barnaba, il rifugio perfetto per gli amanti del vino e delle tradizioni, dove ogni bicchiere racconta una storia unica. Nel pittoresco paese di Arpino, sorge un gioiello enologico che non puoi permetterti di perdere: l’Enoteca Barnaba. Un luogo incantevole dove la passione per il vino raggiunge livelli straordinari, e dove i proprietari, Alessio e Chiara, si distinguono per la loro competenza e dedizione. L’Enoteca Barnaba è un’esperienza enologica unica, un rifugio per gli amanti del vino che cercano qualcosa di straordinario. Qui troverai una selezione di vini eccezionali, tra cui molte opzioni non convenzionali come biologici, biodinamici e “naturali”, ma con una qualità e una storia da scoprire. Alessio e Chiara sono veri esperti, viaggiatori del vino che hanno esplorato le regioni vinicole più affascinanti per portare a casa le perle più rare. La loro conoscenza si traduce in una lista di vini che è un viaggio sensoriale attraverso il mondo del vino. Ma l’Enoteca Barnaba offre molto di più che semplici bottiglie di vino. Qui, troverai un servizio eccezionale e un’ospitalità calorosa. Alessio e Chiara sono pronti a condividere le storie dietro ogni vino, a consigliarti e a farti scoprire sapori unici. La loro passione contagiosa …

secondo stellato con porcini e guanciale

Cubetti di porcini con guanciale e tuorlo marinato

Cubetti di porcini con guanciale e tuorlo marinato Cubetti di porcini con guanciale e tuorlo marinato Nella cucina, la magia inizia con ingredienti di alta qualità e una creatività che trasforma un semplice elenco di componenti in un’esperienza culinaria straordinaria. La ricetta che vi presentiamo, “ Porcini, guanciale e tuorlo marinato “, è un esempio perfetto di questo concetto. Con ingredienti di prima scelta e un tocco di innovazione, vi guideremo attraverso il processo di creazione di un piatto che vi farà scoprire nuove sensazioni gustative. Ora, prepariamoci a mettere le mani in pasta. Cit. “La cucina è l’arte di trasformare gli ingredienti più semplici in emozioni straordinarie.”                                                                                                                                                          C&C Nella cucina, la magia inizia con ingredienti di alta qualità e una creatività che trasforma un semplice elenco di componenti in un’esperienza culinaria straordinaria. La ricetta che vi presentiamo, “Porcini, guanciale e tuorlo marinato”, è un esempio perfetto di questo concetto. Con ingredienti di prima scelta e un tocco di innovazione, vi guideremo attraverso il processo di creazione di un piatto che vi farà scoprire nuove sensazioni gustative. Ora, prepariamoci a mettere le mani in pasta. Cit. “La cucina è l’arte di trasformare gli ingredienti più semplici in emozioni straordinarie.” C&C

Agape docg

Agape: il cesanese docg di Petrucca e Vela

Agape: il cesanese docg di Petrucca e Vela 20 Anni di eccellenza nel mondo del vino Cesanese Vent’anni sono passati da quando assaggiammo il primo sorso di Agape, il Cesanese del Piglio DOCG Superiore di Petrucca e Vela , che ha deliziato i palati degli intenditori di vini. In questo breve racconto, esploreremo le ragioni per cui questo vino è diventato un’icona nel mondo del vino, celebrando le sue qualità distintive e il contributo unico del Cesanese del Piglio. Il profilo sensoriale unico L’Agape Cesanese DOCG è un capolavoro sensoriale che rappresenta appieno la ricchezza della zona del frusinate. Al naso, si apre con una sinfonia di profumi di frutti rossi, un invito irresistibile a esplorare ulteriormente. In bocca, si rivela sapido, tipico e piacevolmente alcolico, un equilibrio armonioso che cattura l’anima del territorio. La tannicità forte, ma ben calibrata, è uno degli elementi distintivi di Agape, che dona struttura e profondità al vino. Il finale persistente e piacevole è il segno di un vino che continua a sorprendere anche dopo il suo ventesimo anno di esistenza. Riconoscimenti e successi L’Agape ha conquistato i palati più esigenti e ottenuto riconoscimenti prestigiosi nel corso degli anni. La sua coerenza e l’elevata qualità sono testimonianza dell’impegno costante di Petrucca e Vela nel produrre un vino che eccelle in ogni annata. Abbinamenti gastronomici Le possibilità di abbinamento con Agape sono infinite. Dalle carni in generale ai primi piatti con ragù e ai formaggi stagionati, questo vino si presta a una vasta gamma di esperienze culinarie. Ogni sorso è un viaggio sensoriale che si sposa perfettamente con i piaceri della buona tavola. Vent’anni di Agape Cesanese del Piglio DOCG Superiore rappresentano una storia di passione, dedizione e innovazione nel mondo del vino. La sua persistente eccellenza è una celebrazione della tradizione vinicola italiana, con Petrucca e Vela che continuano a superare le aspettative. …

Castello Caetani - Trevi Nel Lazio

Trevi Nel Lazio – Castello Caetani

Trevi Nel Lazio – Castello Caetani Trevi Nel Lazio – Castello Caetani Il castello Caetani domina incontrastato la valle dell’Aniene nella quale è collocato, rappresentando il centro più importante tra i paesi dell’area montana dei Simbruini; le sue origini sono molto antiche. In principio fu sede di un oppidum equo e in seguito alla conquista romana nel 299 a.C. divenne sede di Municipium della “Treba Augusta”. Il castello così come lo conosciamo oggigiorno è stato fortificato durante il periodo del Medioevo, quando divenne una fortezza templare e il fulcro della difesa dei confini dell’Alta Valle dell’Aniene. Il castello occupa un’area di circa 800 mq e presenta delle mura merlate alte dai 12 ai 16m, mentre la torre centrale a pianta quadrata svetta con i suoi 21m. L’accesso principale, come documentato da alcune fonti ottocentesche, era a ovest, oggi è inglobato in una delle vicine abitazioni; era costituito da un grande arco a sesto acuto alto 7 m, mentre l’accesso secondario sul lato nord è attualmente l’unico reale punto di ingresso. Una rampa collegava il livello stradale e quello della corte interna. Tra gli anni 80 e 90 del 900 è stata riportata alla luce una cisterna di grandi dimensioni, ricavata interamente nella roccia e completamente intonacata con un impasto simile al coccio pesto, che ha confermato il carattere di Rocca militare del manufatto. Nel 1257 Papa Alessandro IV diede la città di Trevi come feudo al nipote Rinaldo De Rubeis, signore di Jenne, donandogli anche il castello per rafforzare il feudo che controllava l’Alta Valle dell’Aniene; nel 1262 il feudo passò momentaneamente nelle mani del Monastero di Subiaco per volere di Papa Urbano IV per essere subito riconquistato da Rinaldo De Rubeis, il Papa decise allora di affidarlo ai Cavalieri Templari nel 1263 che ne ampliarono la struttura. Intorno al …