Ciociaria: una terra ancora tutta da scoprire

Una terra ancora tutta da scoprire

  Ciociaria: una terra ancora tutta da scoprire Una terra ancora tutta da scoprire Un focus sulle dimore storiche del territorio ciociaro Nel corso del 2024, esploreremo la storia di dimore storiche . Come abbiamo fatto per i castelli, dedicheremo un articolo a una dimora storica ogni mese. Molte di queste dimore sono di proprietà privata, ma alcuni proprietari organizzano visite guidate per condividere la storia e la bellezza di questi luoghi con chi desidera fare un salto nel passato. Alcune sono state trasformate in ristoranti o alberghi, altre sono state abbandonate, ma tutte hanno storie affascinanti che vi sorprenderanno e vi offriranno una nuova prospettiva su questa incredibile terra, la Ciociaria. Attraverso questa rubrica, i lettori avranno l’opportunità di scoprire nuove prospettive su questa incredibile terra, apprezzandone il patrimonio storico e culturale e le storie uniche che ogni dimora ha da raccontare. Questo viaggio nella Ciociaria promette di essere un’avventura affascinante nel tempo, che unisce la storia antica con le testimonianze e i racconti di oggi. Argyl, l’uomo di Ceprano Che la Ciociaria sia un’incredibile risorsa è sempre stato chiaro fin dai tempi più remoti, quando le diverse antiche popolazioni che l’hanno scoperta, hanno deciso di abitare le sue terre arboree e ricche di fiumi. Basti pensare ad Argyl, l’uomo di Ceprano che è stato rinvenuto a Pofi ed è uno dei fossili umani più antichi mai scoperti in Italia e tra i più antichi in Europa. Il suo ritrovamento ci ha fatto viaggiare con la mente di 800 – 900 mila anni, inducendoci a pensare che già all’epoca le nostre terre fossero abitate. Volsci, ernici, sanniti e etruschi Le popolazioni antiche che conosciamo bene riguardano i Volsci e gli Ernici che arrivarono dall’Abruzzo, i Sanniti dal Molise o dalla Campania, mentre gli etruschi arrivarono fino alla zona del cassinate. Ognuna di queste popolazioni ha giocato un …

Processo Galileo al teatro Vascello

Processo Galileo

Processo Galileo Un viaggio emozionale tra storia e modernità Dopo un periodo di lontananza dalle sale teatrali, il mio ritorno al mondo del teatro è stato segnato da una serata entusiasmante al Teatro Vascello . La capacità unica del teatro di suscitare emozioni profonde e stimolare riflessioni ha riacceso una passione che era stata temperata da un periodo privo di emozioni, che aveva indotto in me uno stallo, riconnettendomi con un’arte che parla direttamente all’anima. La serata al teatro Vascello In questo ritorno, ho scelto di intraprendere un viaggio narrativo, desideroso di condividere le emozioni e le riflessioni che ogni opera teatrale evoca in me. Processo Galileo, con la sua rappresentazione sabato sera al Teatro Vascello, ha rappresentato l’inizio di questo capitolo emozionante. Le aspettative erano elevate ma permeate di dubbi, soprattutto per la complessità della storia di Galileo. Ho preso posto, sentendomi subito avvolto dall’atmosfera del teatro, un luogo dove storia, cultura e arte si fondono in un unico, vibrante spettacolo. Processo Galileo: un’immersione nella storia Un lavoro a quattro mani, diretta magistralmente da Andrea De Rosa e Carmine Rifici, è stata un’immersione in un’opera che esplora la vita e il pensiero di Galileo Galilei, mescolando passato, presente e futuro in un dialogo continuo e affascinante con la modernità. La scenografia, impreziosita da un’illuminazione che ha dato vita e spessore alla scena, ha evocato in me una profonda riflessione sulla ricerca umana, un viaggio che attraversa l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. Primo atto: riflessioni sul passato Il primo atto, che riporta al passato storico di Galileo e al suo processo, ha suscitato un misto di ammirazione e malinconia. Veder rappresentati i dialoghi e i personaggi storici mi ha fatto riflettere sulla fragilità dell’essere umano di fronte al potere e sulla forza della coscienza. Secondo atto: confronto con il presente Nel secondo …

dal patricano

Dal Patricano

Dal Patricano Un trionfo di gusto, relax e benessere Nel cuore dell’ eccellenza culinaria, alberghiera e del benessere , sorge “Dal Patricano”, una struttura che trascende la nozione convenzionale di albergo per divenire un santuario di piacere sensoriale. Una fusione armoniosa di ristorante, hotel e spa, questo luogo è un inno all’indimenticabile esperienza del vivere bene. Un’esperienza culinaria incomparabile Al Ristorante “Dal Patricano”, i sapori tradizionali si sposano con l’innovazione. Sedetevi a tavola e lasciatevi catturare dai profumi e dai gusti delle pietanze: dagli antipasti di verdure grigliate, prosciutto di Bassiano e mozzarella di bufala di Amaseno, fino ai primi piatti di pasta fresca fatta in casa. Un paradiso per gli amanti della carne, con una selezione che spazia dalla scottona Nazionale al bisonte Canadese, ogni boccone è una celebrazione del gusto. Vini che raccontano storie La carta dei vini è un viaggio attraverso i vigneti italiani, con un occhio di riguardo alle etichette del Lazio. Ogni vino è accuratamente scelto per complementare e esaltare i sapori dei piatti, creando un connubio perfetto tra cibo e bevanda. Comfort e stile nell’hotel L’ Hotel “Dal Patricano” offre un rifugio di pace e comfort. Ogni camera, con arredi moderni e dotata di ogni comfort necessario, è progettata per assicurare un riposo profondo e rigenerante. L’accesso diretto al giardino dalle camere doppie aggiunge un tocco di serenità, mentre il servizio ristorante assicura un’esperienza culinaria anche al di fuori del ristorante principale. Una SPA per il corpo e l’anima La Spa è un’oasi di relax con piscine circolari e varie postazioni per massaggi. L’esperienza si arricchisce con la biosauna, l’Hammam, le docce emozionali e la crioterapia, offrendo un percorso di benessere completo. La Himalaya Room, con il suo letto d’acqua e pareti di sale Himalayano, è il luogo ideale per concludere il viaggio di rigenerazione. “Dal Patricano” è una destinazione che promette e …

Torta chocolat di angelica Baldassarra

Torta chocolat

Torta chocolat Per gli appassionati di cioccolato, presentiamo una ricetta che fa palpitare il cuore: la Torta chocolat. Questo dessert è l’incarnazione del piacere puro, una fusione di ingredienti scelti con cura per celebrare il gusto intenso e avvolgente del cioccolato. Facile e veloce da preparare, è la scelta perfetta per qualsiasi momento in cui si desidera concedersi un peccato di gola. L’ingrediente principale, il cioccolato fondente , si unisce alla cremosità della panna fresca, creando un connubio irresistibile. I biscotti secchi, sbriciolati e amalgamati con il burro salato, formano una base croccante che contrasta piacevolmente con la morbidezza del ripieno. Infine, l’aggiunta di un tocco di menta dona un sapore fresco e aromatico, che eleva il piatto a un’esperienza sensoriale completa. Questa torta è l’ideale per chi cerca un dessert semplice ma di grande effetto, perfetto per concludere una cena in bellezza o per arricchire un buffet. Senza bisogno di cottura, la Torta al Cioccolato è anche un’ottima scelta per chi non ha molto tempo da dedicare alla pasticceria ma non vuole rinunciare a un risultato da chef. Con pochi ingredienti e una preparazione accessibile a tutti, questa torta è una vera e propria celebrazione del cioccolato in ogni sua forma. Ogni morso promette di soddisfare il desiderio di dolcezza, lasciando un ricordo indimenticabile sul palato. La Torta al Cioccolato è più di un semplice dolce: è un’emozione, un momento di puro piacere da condividere e gustare in compagnia. Una dolce irresistibile per gli amanti del dolce Per tutti gli amanti del cioccolato, ecco una ricetta che farà battere il cuore. Questa delizia è l’ideale per chi cerca un dessert semplice ma ricco di sapore. Facile da preparare e perfetta per ogni occasione, la Torta al cioccolato è un capolavoro di dolcezza che non necessita di cottura. Una creazione che celebra il …

AppuntiGastrosofici il mondo del cioccolato

AppuntiGastrosofici: il mondo del cioccolato

AppuntiGastrosofici: il mondo del cioccolato Il viaggio Gastrosofico del cioccolato Un sapore che racconta storie In una fredda serata invernale, c’è qualcosa di magicamente confortante nel gustare un pezzo di cioccolato . Questo gesto semplice, familiare a molti, è in realtà un ponte verso storie e culture lontane. Ogni boccone di cioccolato è una pagina di storia, un viaggio attraverso i secoli che connette antiche civiltà con il presente. Il cioccolato non è solo un piacere per il palato, ma un narratore silenzioso di storie di cambiamenti sociali, di incontri tra culture diverse e di evoluzioni gastronomiche. Ogni quadretto di cioccolato che si scioglie in bocca è un invito a esplorare un mondo ricco di storia e tradizione. La storia antica del cioccolato Il cioccolato ha origini che si perdono nella notte dei tempi, radicate nelle antiche civiltà delle Americhe. Per i Maya e gli Aztechi, il cioccolato era ben più di una semplice bevanda o un alimento. Era un elemento sacro, un privilegio delle élite, un dono degli dei. La parola stessa, “chocolate“, significa “acqua amara” nelle lingue native delle Americhe. La preparazione del cioccolato in queste culture era un processo complesso e ritualistico, che richiedeva l’uso di semi di cacao macinati e mescolati con spezie come il peperoncino, e a volte arricchiti con miele o mais. Queste bevande, lontane dal dolce gusto del cioccolato moderno, erano amare, speziate e venivano consumate in occasioni speciali, come cerimonie religiose o banchetti reali. La bevanda era talmente preziosa che i chicchi di cacao venivano usati anche come moneta. Il cioccolato era, quindi, un simbolo di potere, ricchezza e divinità, legato a credenze religiose e status sociale. L’evoluzione europea Quando il cioccolato attraversò l’Atlantico e giunse in Europa nel XVI secolo , iniziò un nuovo capitolo della sua storia. Introdotta in Spagna dai conquistadores, la bevanda di cacao dovette subire diverse modifiche per adattarsi ai …

Cucina per piccoli cuochi: una responsabilità condivisa

Cucina per piccoli cuochi: una responsabilità condivisa

Cucina per piccoli cuochi: una responsabilità condivisa Cucina per piccoli cuochi: una responsabilità condivisa Come maestra cuciniera e psicologa per l’infanzia, voglio guidarvi in un viaggio attraverso il quale potrete insegnare ai vostri figli l’importanza di una sana alimentazione, sviluppando al contempo le loro capacità e la loro creatività. In questa rubrica “Gusti favola per piccoli cuochi” sottolineiamo che il tempo trascorso in cucina con i figli è una responsabilità condivisa tra i papà e le mamme. In un mondo in cui le mamme sono sempre più coinvolte nel mondo del lavoro, è importante riconoscere che la condivisione delle responsabilità domestiche e della crescita dei figli è essenziale per il benessere della famiglia . Cucinare insieme ai propri figli non è solo un modo per preparare deliziosi piatti, ma anche un’opportunità per creare legami duraturi e insegnare importanti lezioni di vita. I papà sono stimolati a partecipare attivamente in cucina, dimostrando ai loro figli che l’amore, la condivisione e l’apprendimento non conoscono barriere di genere. Questo coinvolgimento dei papà nelle attività culinarie non solo offre alle mamme un aiuto prezioso, ma offre anche ai bambini un modello di comportamento positivo. Vedendo entrambi i genitori impegnati nella cucina di casa, i bambini apprenderanno l’importanza della collaborazione e dell’uguaglianza di genere fin da giovani. In sintesi, nella cucina di casa, il tempo di qualità trascorso con i figli è un impegno condiviso che rafforza i legami familiari e promuove l’equità tra i genitori. I papà sono incoraggiati a svolgere un ruolo attivo in questa esperienza culinaria e a contribuire al benessere e allo sviluppo dei propri figli. Il valore educativo della cucina per i bambini La cucina è un ambiente ricco di stimoli educativi per i bambini . Mentre impastano, mescolano o decorano, stanno non solo migliorando le loro capacità motorie, ma stanno anche imparando concetti come quantità, sequenze …

Seven, nella vita c’è più rigore che nel sogno

Nella vita c’è più rigore che nel sogno

Nella vita c’è più rigore che nel sogno “Il signor L. Prosser era, come si suol  dire , soltanto  umano . In altre  parole  era una forma di  vita  bipede a base carbonio,  discendente  da una  scimmia .” D.Adams Ci sono luoghi dell’anima dove tutto è possibile. Dove incontri persone che, al di là della differenza dei gusti, la vedono nello stesso modo. Ovviamente non si parla di pensiero unico. Tutt’altro. Stiamo parlando di medesima visione della vita. Uno sguardo che va oltre. Oltre tutti. Che attraversa momenti difficili, difficoltà di ogni tipo, giorni neri, periodi duri. Tutto rimane fuori della porta d’ingresso. Della sala prove, della camera dove ascoltiamo musica, dello studiolo, dell’angolo appositamente ritagliato. Quel luogo dove non ci sono o, non ci dovrebbero essere, giudizi, prese di posizione preconcette. Dove tutti siamo uguali, nessuno è migliore di un altro. Il posto in cui tutti hanno qualcosa da dire e moltissimi sono interessati ad ascoltare. Un’alba dai mille colori che è espressione di ciò che scorre e avviene dentro, nel profondo. Seven L’ Autostoppista con il suo Taccuino è arrivato sulle colline del sub-comprensorio dell’Alto Orvietano, dove c’è un piccolo borgo, Monteleone d’Orvieto. Alle sue porte Andrea e Michele hanno riprodotto i tratti di quello che era il loro sogno: Seven Restaurant. Un luogo per il convivio dove, come affermato da Michel de Montaigne alla conclusione di un’agape tra amici “L’arte di cenare bene non è cosa da poco, Il piacere di farlo non è un piacere da poco”. Sogno era, ma realtà è: Porcini arrosto con foglia di alloro. Non c’è rottura e alterità alcuna tra le due dimensioni e il territorio supporta l’assenza di contrasti. E’ grazie all’abbinamento con il Ciliegiolo (uve 100% Ciliegiolo) della Cantina Pomario, azienda vitivinicola poco distante dal Ristorante che potremmo pensare che il mondo reale sia avvolto come un sogno da un …

Matrimonio d'Inverno al Piccolo Teatro degli Instabili

MATRIMONIO D’INVERNO

MATRIMONIO D’INVERNO Assistendo a ‘Matrimonio d’inverno’ con Patrizia al mio fianco, abbiamo sperimentato un profondo senso di comunione nelle emozioni. In questo contesto, dove il teatro d’autore brilla nella sua capacità di arricchire l’animo umano, abbiamo trovato un terreno comune nelle nostre reazioni e sentimenti. La delicatezza dello spettacolo, la fusione tra arte culinaria e drammaturgia, hanno toccato entrambi profondamente, rivelando quanto il teatro possa essere un potente catalizzatore di esperienze condivise e di arricchimento interiore. Teatro degli Instabili di Assisi MATRIMONIO D’INVERNO al Teatro degli Instabili di Assisi, si rivela una sinfonia di emozioni culinarie e teatrali, un connubio unico tra l’arte scenica e le tradizioni gastronomiche contadine. Sotto la regia di Stefano Pasquini e Paola Berselli, questa rappresentazione non è solo un atto teatrale, ma un viaggio attraverso il tempo e la cultura della cucina rurale, trasportando gli spettatori in una dimensione dove il teatro e la cucina si fondono in un’esperienza multisensoriale. L’opera, nata da un diario di Stefano e Paola, celebra la loro vita in campagna e il loro amore per il teatro e la cucina. L’intimità dello spettacolo trasuda dalla scena, con un’atmosfera delicata e sincera che rispecchia due decenni di esperienze condivise. I protagonisti aprono simbolicamente le porte della loro cucina al pubblico, invitandolo a un viaggio culinario che ripercorre il menu del loro matrimonio invernale. Le tre ore di spettacolo si susseguono tra aneddoti personali e momenti di pura poesia, con Stefano impegnato nella preparazione di piatti tradizionali e Paola che impreziosisce l’atmosfera con parole toccanti. Il primo atto culmina efficacemente con l’unione delle loro voci all’unisono, suggerendo un climax emotivo e artistico nello spettacolo. Questo non solo evoca l’intreccio tra cucina e teatro, ma anche la fusione di due esperienze personali in un’espressione artistica congiunta. I tortellini fatti in casa, il bollito, …

Sbriciolata Guarcinese Una dolce sinfonia di tradizione e innovazione

Sbriciolata guarcinese

Sbriciolata Guarcinese Una dolce sinfonia di tradizione e innovazione La Sbriciolata Guarcinese è un vero e proprio inno alla dolcezza, una squisita interpretazione di un classico della pasticceria italiana, elevata alla perfezione dalla maestria culinaria di Federica Verdecchia. Questa torta, con radici profonde nella tradizione contadina, si distingue per la sua texture unica e friabile, una caratteristica che la rende immediatamente riconoscibile e irresistibile. L’uso sapiente di mandorle e farina di mais conferisce alla Sbriciolata un sapore intenso e ricco, una combinazione di note dolci e rustiche che seduce il palato fin dal primo assaggio. La particolarità di questa torta sta anche nel suo modo di essere servita: anziché essere tagliata in fette tradizionali, viene presentata in grosse scaglie spezzate a mano, un gesto che rimanda alla sua essenza genuina e alle sue umili origini. La ricetta della Sbriciolata Guarcinese è un equilibrio di ingredienti classici e di un tocco segreto, un ingrediente misterioso aggiunto da Federica, che trasforma ogni torta in un’opera d’arte unica. La fusione del burro e dello strutto (o la loro combinazione), unita alla dolcezza dello zucchero semolato, alle mandorle, ai tuorli d’uovo, alla vaniglia e alla scorza di limone, crea un amalgama di sapori che si esprime in un’esplosione di gusto ad ogni morso. Questa torta non è solo un dolce, ma un viaggio attraverso i sapori e le tradizioni italiane, una celebrazione della semplicità e della ricchezza che caratterizzano la cucina del Bel Paese. La Sbriciolata Guarcinese è l’emblema di come la cucina possa essere al tempo stesso un’arte e un ritorno alle origini, un modo per riscoprire e apprezzare i piaceri della tavola. La Sbriciolata guarcinese è una deliziosa rivisitazione di un classico dolce italiano, arricchito dall’expertise culinaria di Federica Verdecchia. Questa torta, originariamente nata dalla tradizione contadina, è caratterizzata dalla sua unica …

Trippa alla romana Un inno alla tradizione laziale La Trippa alla Romana è un inno alla tradizione

Trippa alla romana

Trippa alla romana Un inno alla tradizione laziale La Trippa alla Romana è più di un semplice piatto: è un capolavoro della cucina laziale , una ricetta che racchiude in sé secoli di storia e tradizione. Considerata un tempo un piatto “povero”, questa delizia culinaria si avvale del cosiddetto quinto quarto, le frattaglie, trasformandole in un piatto ricco di gusto e di cultura. L’arte di cucinare la trippa alla romana non sta solo nell’equilibrio dei sapori, ma anche nel rispetto di una tradizione che ha attraversato generazioni. La trippa, con la sua texture unica e il sapore deciso, viene lentamente cotta nella passata di pomodoro, arricchita dalla dolcezza della cipolla, dalla carota e dal sedano, e aromatizzata con chiodi di garofano, foglia di alloro e uno spicchio d’aglio. Questi ingredienti semplici, uniti con maestria, creano un piatto che è allo stesso tempo robusto e raffinato. Perfetta per un pranzo in famiglia, la Trippa alla Romana è un piatto che si gusta non solo per il suo sapore, ma anche per la storia e le emozioni che evoca. Come dice il detto, “Nel cibo, come nella vita, ogni ingrediente racconta una storia, unendo passato, presente e futuro in un singolo boccone”, questa ricetta è un viaggio nel tempo, un modo per riscoprire e celebrare le radici della cucina italiana. Il tocco finale di pecorino grattugiato e mentuccia fresca aggiunge un ulteriore strato di gusto, esaltando ogni ingrediente e rendendo ogni boccone un’esperienza indimenticabile. La Trippa alla Romana è l’espressione della cucina italiana nella sua forma più autentica, un piatto che, nonostante le sue umili origini, si eleva a simbolo di un patrimonio gastronomico senza tempo. La trippa alla romana è un classico della tradizione laziale, un piatto considerato “povero”, che utilizza il cosiddetto quinto quarto, ossia le frattaglie. ma ricco di gusto. Un secondo sostanzioso …

Le farine Polselli

Polselli: l’arte della farina tra tradizione e innovazione

Polselli: l’arte della farina tra tradizione e innovazione Polselli: l’arte della farina tra tradizione e innovazione Nel cuore della Ciociaria, una storia di qualità e passione si è tramandata attraverso le generazioni. Si tratta di Polselli, una storica azienda nata ad Arce nella prima metà del Novecento, oggi diventata un punto di riferimento nel settore molitorio in Italia e nel mondo. Specializzata nella produzione di farine per pane, dolci e soprattutto pizza, Polselli rappresenta un perfetto connubio tra esperienza imprenditoriale familiare e un costante orientamento all’innovazione. La filosofia Polselli: qualità, trasparenza, affidabilità La passione della famiglia Polselli per il grano si fonda su valori fondamentali: qualità, trasparenza e affidabilità. Questi principi si traducono in un’attenta selezione di grano di qualità e in un impegno incessante per mantenere elevati standard qualitativi. Ogni prodotto Polselli è un emblema di unicità, naturalità e innovazione. Pizza perfetta con farine Polselli La pizza, regina della cucina italiana, trova in Polselli un alleato insostituibile. L’azienda si distingue nel mercato delle farine grazie alla sua capacità di offrire prodotti ad alta qualità organolettica, igienica e nutrizionale. Il segreto? Una selezione scrupolosa della materia prima e un controllo meticoloso di tutto il processo produttivo, abbracciando la tecnologia più avanzata per preservare le caratteristiche autentiche del prodotto. Tradizione ed innovazione: un equilibrio dinamico L’impegno e la professionalità degli addetti Polselli sono il motore di un’azienda sempre più orientata verso l’innovazione, senza dimenticare il rispetto per la tradizione. Questo si traduce in un continuo studio delle esigenze dei consumatori, la tutela dell’ambiente, e una sfida costante verso l’innovazione. Un vanto italiano riconosciuto a livello internazionale Polselli non solo domina il mercato italiano, ma si è fatta apprezzare in tutto il mondo. Dall’Europa a Las Vegas, le farine Polselli hanno conquistato i palati più esigenti. Un esempio eclatante è stato il successo ottenuto …

La mia zuppa detox Un rinascita del benessere

La mia zuppa detox

La mia zuppa detox Un rinascita del benessere Inizio dell’anno nuovo significa nuovi propositi e, perché no, un nuovo approccio al benessere. La mia zuppa detox è la soluzione ideale per chi cerca di rigenerarsi dopo le festività, un modo per purificare il corpo senza rinunciare al gusto. Questa ricetta è un omaggio alla natura e alla sua capacità di nutrirci in modo sano ed equilibrato. La zuppa combina ingredienti freschi e ricchi di nutrienti, come il finocchio croccante e il sedano, con la tenerezza della scarola e la cicoria, verdure conosciute per le loro proprietà depurative e rinfrescanti. L’olio extravergine di oliva, con il suo profilo aromatico, lega insieme i sapori, mentre la cipolla e l’aglio aggiungono quel tocco di intensità che rende ogni piatto indimenticabile. Ma il vero segreto di questa zuppa sta nell’uso di semi misti e nocciole tostate. I semi di girasole, lino e sesamo non solo arricchiscono il piatto con una varietà di texture e sapori , ma sono anche una fonte di acidi grassi essenziali e fibre. Le nocciole, poi, con il loro gusto ricco e leggermente tostato, aggiungono una croccantezza sorprendente, rendendo ogni cucchiaiata un’avventura culinaria. Questa zuppa è più di un semplice pasto; è un gesto di cura verso se stessi, un modo per riconnettersi con il proprio corpo e ascoltarne le esigenze. In ogni sorso si cela un messaggio di amore e rispetto per il nostro organismo, un promemoria che “nel cibo trova la medicina per il tuo corpo e per la tua anima”. Perfetta per una cena leggera o come punto di partenza per una giornata all’insegna della salute, la mia zuppa detox è l’emblema di una cucina che nutre corpo e spirito. Un inizio fresco e sano per il nuovo anno Dopo le abbondanti celebrazioni delle festività, è tempo di nutrire il nostro …

Il vino secondo me di Sara Sepahi

Vino l’essenza del luogo

Vino l’essenza del luogo Il vino secondo me Nella trepidante attesa di scoprire come l’andamento dell’annata appena trascorsa, atipica e particolare, abbia inciso sul vino che berremo, ho deciso di tornare a scrivere la mia prima rubrica: “ il vino secondo me ” Il mese di gennaio è il primo dell’anno e mi rimanda subito al concetto di inizio, ed è proprio dalle origini che intendo raccontarvi una delle storie più belle ed antiche del mondo: la storia d’amore tra il suolo e la vite che vi affonda le sue radici preziose. Un legame indissolubile che ha origine nel mondo antico ed è giunto fino a noi grazie all’uomo che saputo trasformare quella indissolubile interconnessione in vino. Suolo e vite L’importanza tra il suolo e la vite è ormai tassello imprescindibile quando si parla di come nascono i buoni vini, ma vi assicuro che fino a poco tempo fa non era così “Sappiamo di più sul movimento dei corpi celesti che sul terreno dove sono i nostri piedi “ (L.D.VINCI, 1452-1519) Questa affermazione di Leonardo da Vinci è tremendamente attuale se pensiamo infatti a quante volte ci siamo trovati a camminare su un terreno senza notare realmente su cosa appoggiamo i nostri piedi “E per far questo non è necessario essere dei geologi o pedologi  per provare a comprendere le caratteristiche strutturali dei luoghi dove ci troviamo”; basta osservare il colore delle pietre all’interno di un torrente oppure il colore delle rocce presenti in un vigneto, notare la presenza di fiumi o la vicinanza al mare etc… Da qui sviluppare la consapevolezza di quanto l’insieme delle diverse proprietà dei suoli crei un’interazione unica e magica con il vitigno trasmettendo al . lo fa attraverso uno scambio continuo di materia e messaggi che avviene per mezzo delle radici della vite che fungono da intermediario fondamentale di questa simbiosi …

Pasta e fagioli con un tocco di tradizione

Pasta e fagioli con un tocco di tradizione

Pasta e fagioli con un tocco di tradizione Un abbraccio della cucina italiana Pasta e fagioli con un tocco di tradizione è un piatto che parla direttamente all’anima, un classico intramontabile della cucina italiana che incarna la semplicità e la ricchezza della tradizione culinaria del Bel Paese. Questa ricetta, che utilizza gli ingredienti esclusivi della gamma Ova Domus Meae , porta in tavola un’esperienza autentica e profondamente radicata nelle radici italiane. Maltagliati Senatori Cappelli I maltagliati secchi Senatore Cappelli, un tipo di pasta che evoca la genuinità e la robustezza dei sapori della terra, si intrecciano armoniosamente con i fagioli borlotti, legumi morbidi e vellutati che sono un pilastro della dieta mediterranea. La crema di cicoria, con il suo gusto leggermente amaro e la sua consistenza cremosa, aggiunge una nota di raffinatezza e un fresco contrasto che eleva il piatto. Confort food Ideale per le fredde serate invernali, la pasta e fagioli è un vero e proprio confort food, un piatto che riscalda il cuore e rinvigorisce lo spirito. È la dimostrazione che la cucina italiana, come dice il detto “si basa sull’intuizione e ciò che hai a casa”, può trasformare ingredienti semplici e quotidiani in qualcosa di straordinario. La ricetta può essere personalizzata con l’aggiunta di pancetta, per chi desidera un tocco di sapidità in più. Ogni ingrediente è scelto con cura per garantire la massima qualità e per rendere omaggio a una cucina che da sempre valorizza i prodotti della propria terra. La Pasta e Fagioli con un tocco di tradizione è più di un piatto: è un viaggio attraverso i sapori e le memorie di un’Italia autentica, un invito a riscoprire la bellezza e la semplicità della cucina casalinga. La Pasta e Fagioli è un classico della cucina italiana, un piatto ricco di storia e tradizione, che scalda il cuore …