Vecchio Leone della Curva Nord Frosinone

Luppolo & Farina from on the road since 1980

Luppolo & Farina from on the road since 1980 Presenta con il nuovo menù la pizza Vecchio Leone Nel cuore della gastronomia ciociara, la pizzeria Luppolo & Farina from on the road since 1980 di Isola del Liri si distingue per un approccio innovativo e profondamente radicato nella cultura locale. Questa stagione, il suo mentore Simone Taglienti introduce un nuovo menu primavera-estate che promette di deliziare i palati più esigenti, con un focus speciale sulla loro ultima creazione: la pizza Vecchio Leone, un omaggio vibrante ai tifosi del Frosinone Calcio.   Un impasto rivoluzionario Al centro dell’innovazione di Luppolo & Farina c’è l’intuizione di Simone, il maestro pizzaiolo, di incorporare la birra nell’impasto della pizza. Questa scelta non solo arricchisce il sapore, ma migliora anche la digeribilità e la struttura dell’impasto. Fermentato tra le 24 e le 48 ore, l’impasto speciale è composto da acqua, sale marino raccolto a mano, farina con germe di grano e un mix di lieviti che include il lievito madre naturale e i lieviti presenti nella birra artigianale di altissima qualità. Questa fusione crea un impasto che è al tempo stesso aromatico e resiliente, con una fragranza e una maturazione che lo rendono unico nel suo genere. La nascita della nuova pizza Vecchio Leone La pizza Vecchio Leone è più di un piatto; è un simbolo di dedizione e supporto incondizionato. Dedicata ai tifosi del Frosinone Calcio, che seguono la loro squadra con passione in tutti i campi d’Italia, questa pizza è un tributo alla loro fedeltà. Dopo la cottura, la pizza viene impreziosita da ingredienti selezionati per la loro qualità e provenienza: fiordilatte, steccata di Morolo fusa al cannello, cestino di parmigiano reggiano vacche rosse di montagna IGP, ricotta naturale, granella di nocciola tartufata, pesto di nocciola siciliana, prosciutto di pecora, fiori eduli e basilico. Ogni componente è scelto …

Palazzo Gottifredo - Alatri

Palazzo Gottifredo

Palazzo Gottifredo Dimore storiche della Ciocaria Palazzo Gottifredo, conosciuto anche come “Le case grandi”, si trova ad Alatri ed è una delle più importanti costruzioni civili del Medioevo presenti nel Lazio. Fu fatto erigere da Gottifredo di Raynaldo, ricco feudatario alatrense e dotto diplomatico pontificio, intorno al XIII sec. come residenza personale. La posizione non è affatto casuale, il palazzo è collocato proprio nel centro della confluenza di tre importanti vie della città: Via di San Francesco, Corso Vittorio Emanuele e Corso Cavour. Palazzo Gottifredo è in realtà un vero e proprio complesso monumentale costituito da una parte centrale e da due torri, una sul trivio ed una sul lato opposto alta 20 metri; con grande probabilità la torre d’angolo sul trivio è di epoca romanica ed esisterebbe ancor prima dell’edificazione del complesso centrale che deve essere stato realizzato in un secondo momento ispirandosi al modello tipico della casa-torre medievale con tanto di portico interno. “Sulla facciata sono presenti sia finestre piccole del tipo strombato di taglio difensivo, sia grandi bifore ad arco o architravate. Al pian terreno si trovavano le scuderie ed i servizi, in quello nobile intermedio, scandito da tre grandi archi a tutto sesto, vi erano la sala e gli appartamenti che costituivano l’abitazione del cardinale; infine l’ultimo piano era riservato ad un’aula magna, realizzata in un unico volume, con copertura a tetto sorretta da tre maestosi archi ogivali in pietra, il cui sistema costruttivo, già adottato in varie altre coeve e poco distanti architetture gotiche, assumeva qui particolare importanza per la temerarietà di cui avevano dato prova i suoi edificatori. La pietra calcarea locale utilizzata per la sua costruzione, levigata con estrema cura, dà luogo ad una massa bidimensionale che si sviluppa per filari austeri e semplici linee. Il pieno delle pareti prevale sul vuoto degli ordini di finestre e feritoie, aperte nel corso dei …

Food for Profit - 𝐓𝐫𝐚𝐬𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐢𝐧 𝐮𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐮𝐜𝐜𝐞𝐥𝐥𝐨

𝐓𝐫𝐚𝐬𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐢𝐧 “𝐮𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐮𝐜𝐜𝐞𝐥𝐥𝐨”

Oggi, dopo aver apprezzato la creatività umana a teatro, ho visto il documentario Food for Profit su Report, che ha evidenziato pratiche discutibili nell’industria degli allevamenti intensivi. Nel nostro mondo, che sembra un teatro dell’assurdo, la scienza sfida la natura creando maiali con sei zampe, tori senza corna e polli senza piume. Questi esperimenti bizzarri non sono vere soluzioni ma piuttosto sintomi di un’industria che ha perso ogni bussola morale. È tempo di riflettere sulla direzione che stiamo prendendo e di spingere per un cambiamento verso pratiche più sostenibili e rispettose della vita.

Tronchetto di porchetta fatta in casa

Tronchetto di porchetta fatta in casa

Tronchetto di porchetta fatta in casa La porchetta è un’icona della tradizione culinaria italiana, una prelibatezza che incarna secoli di maestria gastronomica. Tuttavia, ottenere un autentico tronchetto di porchetta artigianale può sembrare un’impresa titanica per molti. È qui che entra in gioco la ricetta consigliata da Stella del Morrone della rinomata norcineria La Car e della preziosa esperienza tramandata da Giovanni Fedeli, giunto ormai alla terza generazione. Questa ricetta non solo offre la possibilità di creare in casa un tronchetto di porchetta, ma promette anche di farlo con autenticità e facilità, grazie a suggerimenti pratici e dettagliati. La ricetta si basa su ingredienti di prima qualità, come la pancetta di maiale sgrassata e la succulenta arista di maiale, arricchiti da una sapiente combinazione di erbe aromatiche e spezie. Il risultato è un piatto che cattura l’essenza della vera porchetta italiana, con un equilibrio perfetto di sapori e una carne morbida e succulenta al punto giusto. Preparare il tronchetto di porchetta in casa non è solo un modo per deliziare il palato con un capolavoro culinario, ma anche un’esperienza che ci permette di connetterci con le radici della tradizione gastronomica italiana. È un omaggio alla maestria artigianale e alla passione per il cibo di qualità, che ci insegna che, con gli ingredienti giusti e un pizzico di pazienza, è possibile portare in tavola autentiche delizie culinarie. Se desiderate preparare una vera porchetta in stile artigianale, non potete perdervi la ricetta consigliata dalla rinomata norcineria La Car con la sua Stella del Morrone. Grazie all’esperienza tramandata da Giovanni Fedeli, arrivata ormai alla terza generazione, questa ricetta permette di ricreare a casa un autentico tronchetto di porchetta con suggerimenti pratici.

Tronchetto di porchetta fatta in casa

Tronchetto di porchetta fatta in casa

Tronchetto di porchetta fatta in casa La porchetta è un’icona della tradizione culinaria italiana, una prelibatezza che incarna secoli di maestria gastronomica. Tuttavia, ottenere un autentico tronchetto di porchetta artigianale può sembrare un’impresa titanica per molti. È qui che entra in gioco la ricetta consigliata da Stella del Morrone della rinomata norcineria La Car e della preziosa esperienza tramandata da Giovanni Fedeli, giunto ormai alla terza generazione. Questa ricetta non solo offre la possibilità di creare in casa un tronchetto di porchetta, ma promette anche di farlo con autenticità e facilità, grazie a suggerimenti pratici e dettagliati. La ricetta si basa su ingredienti di prima qualità, come la pancetta di maiale sgrassata e la succulenta arista di maiale, arricchiti da una sapiente combinazione di erbe aromatiche e spezie. Il risultato è un piatto che cattura l’essenza della vera porchetta italiana, con un equilibrio perfetto di sapori e una carne morbida e succulenta al punto giusto. Preparare il tronchetto di porchetta in casa non è solo un modo per deliziare il palato con un capolavoro culinario, ma anche un’esperienza che ci permette di connetterci con le radici della tradizione gastronomica italiana. È un omaggio alla maestria artigianale e alla passione per il cibo di qualità, che ci insegna che, con gli ingredienti giusti e un pizzico di pazienza, è possibile portare in tavola autentiche delizie culinarie. Se desiderate preparare una vera porchetta in stile artigianale, non potete perdervi la ricetta consigliata dalla rinomata norcineria La Car con la sua Stella del Morrone. Grazie all’esperienza tramandata da Giovanni Fedeli, arrivata ormai alla terza generazione, questa ricetta permette di ricreare a casa un autentico tronchetto di porchetta con suggerimenti pratici.

La stella verde Michelin di Livia Gualtieri

La stella verde Michelin

Ristorazione Sostenibile: Le Stelle Verdi Michelin

Scopri l’impatto delle stelle verdi Michelin nella ristorazione sostenibile. Queste stelle rappresentano un prestigioso riconoscimento per i ristoranti che dimostrano un forte impegno verso la sostenibilità ambientale. Esplora i criteri rigorosi di valutazione, che includono la scelta di fornitori sostenibili, la riduzione degli sprechi e l’adozione di pratiche etiche. Le stelle verdi non solo promuovono la qualità gastronomica, ma anche la difesa dell’ambiente e il benessere sociale.

I Germogli, un concentrato di benessere

I germogli, un concentrato di benessere

I germogli, che crescono dai semi delle piante prima della loro maturazione, sono considerati super-food grazie alle loro alte concentrazioni di vitamine, minerali, amminoacidi e enzimi, rendendo le sostanze nutritive più facilmente assimilabili. Utili nei periodi di stress, stimolano le difese immunitarie, riducono il colesterolo e hanno benefici anti-età per la pelle. Esistono vari tipi di germogli, tra cui quelli di leguminose, ortaggi e cereali, che devono essere coltivati e conservati con attenzione. Non tutti i germogli sono commestibili e alcuni possono essere tossici. In cucina, offrono versatilità, arricchendo zuppe, insalate, frullati e altri piatti.

Collepardo - Certosa di Trisulti

Esplorare l’incanto nei ponti di primavera

Il turismo nei piccoli borghi e nelle città d’arte sta guadagnando popolarità tra gli italiani, soprattutto durante i ponti di primavera, grazie a un calendario favorevole che incoraggia brevi pause dalla routine lavorativa. Una recente indagine mostra che circa 14 milioni di italiani preferiscono viaggiare entro i confini nazionali, con un budget stabile nonostante le sfide economiche e climatiche. Il godimento del paesaggio rurale emerge come esperienza prediletta, con un interesse crescente anche per le esperienze enogastronomiche locali. La mobilità sostenibile guadagna terreno, in particolare tra i giovani, con una preferenza per l’auto ma una crescente apertura verso alternative come il treno. Questi dati suggeriscono un rinnovato interesse per il turismo sostenibile e un’opportunità per ripensare i modelli di sviluppo turistico in modo più ecologico e culturalmente integrato.