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Tutti i sapori dei parchi dell’Umbria

a cura di Redazione Umbra

19 Giugno 2024

Tutti i sapori dei parchi dell’Umbria

Tartufo, lenticchie e osterie

In attesa del numero speciale sull’Umbria, D’O Guide dedica questo appuntamento alla natura e alla gastronomia della regione.

Castelluccio di Norcia

A Castelluccio di Norcia si avvicina uno dei momenti più attesi dell’anno, quello della fiorita. L’altopiano a fine maggio si colora grazie ai fiori delle lenticchie locali, che si mescolano a una ricchissima varietà di erbe spontanee come narciso, peonia, tulipano montano, asfodelo, orchidea selvatica, senape, camomilla, papaveri e fiordalisi. Spettacolo per gli occhi al quale segue quello in tavola per chi transita da queste parti. Perché nella cornice del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che in Umbria fa rima con Norcia e Cascia, di produzioni tipiche ce ne sono per ogni stagione e gusto. Sono solo alcune delle coordinate che conducono nel viaggio di “Parchi dell’Umbria: le otto meraviglie della natura”.

Castelluccio di norcia e i suoi campi di lenticchie

Castelluccio di norcia e i suoi campi di lenticchie

 

Tutti i sapori dei parchi dell’Umbria: i legumi e i suoi sapori

Il percorso attraversa la regione raccontando le sue aree verdi, i suoi fiumi, i suoi laghi e le imperdibili attrazioni nascoste tra boschi e valli. E poi i borghi, lo sport, le feste di piazza, i cammini, le ciclabili, i protagonisti e i mestieri. Il tutto corredato da centinaia di consigli su dove mangiare, dormire e comprare tipicità locali. Per l’acquisto delle lenticchie di Castelluccio di Norcia, i cui produttori coltivano l’orgoglio della gastronomia locale insieme ad altre varietà di legumi e cereali, tra cui il farro, la roveja, la cicerchia e l’orzo, seguendo rigorosamente il metodo di coltivazione biologica. La fiorita diventa occasione anche per la produzione del miele de Il tesoro dei Sibillini. Nella città di San Benedetto è poi impossibile non fermarsi tra le botteghe che propongono un altro fiore all’occhiello dei sapori locali: la norcineria. E allora da appuntare sono Brancaleone da Norcia, Ansuini maiale brado di Norcia. Ancora, il tartufo, con il nero pregiato che spicca nell’offerta delle botteghe del territorio.

La patata di Colfiorito

Da un altopiano all’altro, ecco Colfiorito, il cui Parco Regionale è impreziosito da una palude che trasporta in un mondo popolato di ninfee bianche e dal canto multiforme degli uccelli. Anche qui si coltivano speciali lenticchie, oltre all’altra grande protagonista: la patata rossa. Forma ovale e allungata, si distingue proprio per il colore della buccia e la polpa consistente giallo chiara. Insuperabile nella preparazione degli gnocchi – che qui si mangiano con il sugo di castrato -, è però ottima anche arrosto, fritta, lessa e unita agli impasti di pani e focacce. Irresistibili sono anche le frittelle dolci, squisita attrazione della Mostra Mercato della Patata Rossa che si tiene a Colfiorito nel mese di agosto.

Dall’oro verde di Spello al Sagrantino di Montefalco

Da Colfiorito ci si muove verso le bellezze di Foligno, e verso i fiori che colorano Spello, dove l’Oro di Spello, un olio extravergine d’oliva di altissima qualità, impreziosisce la gastronomia locale. Questo olio, ottenuto da olive delle varietà locali, è famoso per il suo aroma fruttato e il sapore equilibrato, rendendolo un elemento imprescindibile della cucina umbra. Inoltre, i vigneti circostanti producono vini pregiati, tra cui spicca il Sagrantino di Montefalco, un vino rosso di grande struttura e complessità, ideale per accompagnare i piatti della tradizione locale.

Si prosegue poi fino ad Assisi, in un itinerario che catapulta alle pendici del Monte Subasio. Tra le memorie di San Francesco (imperdibile la visita all’Eremo delle Carceri, il romitorio in cui il Poverello si ritirava in preghiera). Nella vicina Cannara primeggia in tavola la rinomata cipolla, la cui coltivazione risale al XVI secolo. Tre i tipi che vengono coltivati: la rossa, la dorata e la piatta, tutte accomunate dalla medesima dolcezza, morbidezza e digeribilità. Il terreno, il macroclima e l’abbondanza di acqua ne hanno fatto la coltura locale per eccellenza. Dal 2003 per la sua valorizzazione opera il Consorzio Cipolla di Cannara. Dal 1981 il paese ospita a metà settembre la Festa della Cipolla.

Lago Trasimeno

Rotta verso il capoluogo, Perugia, e poi sulle rive del lago Trasimeno. Le campagne e le colline che circondano lo specchio d’acqua sono terreno fertile per specialità come la fagiolina. Seme piccolo come un chicco di riso, è un fagiolo con forma ovale e minuscolo di vari colori: dal crema al nero al salmone e per tutte le tonalità del marrone, anche screziato. La si trova nei menu dei ristoranti che impreziosiscono questo angolo di regione; al Molo di Passignano sul Trasimeno, ad esempio, contorna la “salsiccia di lago“.

Lago Trasimeno in Umbria

Lago Trasimeno in Umbria

Se si sale verso Gubbio si arriva al Parco Regionale del Monte Cucco; tra i Comuni dell’area ecco Costacciaro, dove ogni anno, il 17 e 18 agosto, si svolge la tradizionale Sagra dei Bigoli e dei prodotti del Parco del Monte Cucco, organizzata dalla Pro loco locale. I bigoli sono una tipica pasta lunga, simile a un grosso spaghetto, fatti con farina e acqua che vengono conditi con sugo al pomodoro e ricotta. Scendendo verso sud, invece, si percorrono i grandi corsi d’acqua della regione. A partire dal Tevere, il cui Parco Regionale trova uno dei suoi baricentri nel meraviglioso lago di Corbara. A metà tra Todi e Orvieto, il lago artificiale fu realizzato nei primi anni Sessanta con lo sbarramento del fiume all’altezza delle spettacolari Gole del Forello. L’invaso è incastonato in un contesto naturalistico di rara suggestione.

Non meno affascinante il Parco Fluviale del Nera, che trova il suo apice nella Cascata delle Marmore. Imperdibile è una visita alla vicina Casteldilago, un castello a 326 metri sopra il livello del mare e d’origine medievale; qui la sosta golosa è all’Osteria dello Sportello.





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