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Coltura e Cultura, il potere di un cambiamento di lettera

a cura di Marie Joveneau

10 Settembre 2024

Coltura e Cultura, il potere di un cambiamento di lettera

Coltura e Cultura, il potere di un cambiamento di lettera

Nei numeri precedenti, abbiamo esplorato la fermentazione come un atto rivoluzionario dal punto di vista culturale. In questo articolo, desidero fare un passo indietro per approfondire le origini del termine cultura.

Una delle scoperte più affascinanti della mia ricerca è stata la sorprendente uniformità linguistica che unisce i concetti di cultura e coltura in molte lingue. Infatti, il termine culture in francese e inglese, così come cultura in spagnolo e portoghese, abbraccia entrambi i significati senza distinzione alcuna.

Questa rivelazione mi ha indotta a pensare il profondo legame tra la coltivazione della terra (coltura) e quella della mente (cultura) mettendo in luce come la lingua italiana, attraverso una sottile ma significativa variazione ortografica, possa svelare ricche sfumature di significato. Tale consapevolezza mi ha spinta a intraprendere un imprescindibile viaggio attraverso le dimensioni semantiche ed etimologiche per cogliere le origini della parola cultura e il suo evolversi attraverso i secoli.

Cultura da còlere, in lingua latina

La parola cultura rivela una storia affascinante, strettamente connessa al concetto di coltura. Entrambi i termini traggono origine dal verbo latino còlere, che significa coltivare o prendersi cura di, e che si riferiva inizialmente alla coltivazione e alla cura della terra, un’attività fondamentale per la sussistenza umana.

Nel corso del tempo, il significato di cultura si è evoluto, passando dalla coltivazione agricola alla coltivazione dell’intelletto, come descritto da Cicerone attraverso il concetto di cultura dell’anima. Originariamente, il termine indicava un processo di formazione personale attraverso l’apprendimento, volto allo sviluppo armonico e completo della personalità. Da questa origine scaturisce l’espressione “farsi una cultura”, che riflette un passaggio da un senso letterale a uno figurato, rappresentando così la cura e il miglioramento intellettuale e morale.

Nel XVIII e XIX secolo, la cultura si è arricchito di una dimensione ulteriormente più ampia, riferendosi all’insieme delle modalità di vivere, delle conoscenze, delle credenze, delle arti e delle competenze distintive di specifici gruppi umani, collocati in determinati contesti storici e geografici : cultura orientale, cultura degli aborigeni, cultura femminile,…

Contemporaneamente, il termine coltura ha subito una notevole espansione superando il suo originario ambito agricolo. Infatti, oggi, esso include pratiche altamente specializzate come la piscicoltura, la bachicoltura, le colture batteriche, ampliando il concetto di coltivazione a qualsiasi forma di cura controllata dove l’attenzione meticolosa è essenziale per creare un ambiente favorevole allo sviluppo.

È affascinante osservare l’evoluzione dei termini cultura e coltura nel corso del tempo, di apprezzare la complessità e la ricchezza di un linguaggio che risponde alla necessità di adattarsi ai mutamenti dinamici di una società. Tuttavia, è particolarmente significativo riconoscere che, nonostante queste evoluzioni, il principio di còlere continua a legare ogni concetto, ancorando ogni cambiamento al verbo latino che evoca la cura della nostra Madre Terra, il suolo che ci nutre e di cui dobbiamo prendere cura.

Cultura, da kwel in lingua protoindoeuropea*

Risalire alle origini della parola “cultura” va oltre quanto finora esplorato; essa ci conduce a scoprire un ulteriore nesso con una radice linguistica ancor più remota. Questo legame, rivelato da Sandor Katz nel prestigioso The Art of Fermentation, svela una connessione profonda tra il termine latino còlere e la radice protoindoeuropea kwel.

La radice kwel, con il suo significato di “girare” o “ruotare”, evoca l’idea di ciclicità e movimento perpetuo che arricchisce ulteriormente la nostra comprensione di cultura e coltura : cultura come processo di trasmissione intergenerazionale essenziale alla perpetuazione del patrimonio materiale e immateriale; e coltura come componente di un ciclo dinamico e continuo.

Esplorare la storia della parola cultura ci permette di acquisire una comprensione più profonda e sfumata del termine, rivelando come esso incarni i concetti di sviluppo e ciclicità, di cura tanto della terra quanto della mente, e di un patrimonio di conoscenze sia personali che collettive.

Tuttavia, arrivati alla fine di questa riflessione, sorge un interrogativo inevitabile: perché esplorare l’etimologia e la semantica del termine cultura all’interno di una rubrica dedicata alla fermentazione?

La risposta risiede nell’affascinante connessione tra coltura e cultura che la fermentazione rappresenta e sebbene questa connessione possa apparire intuitiva, essa merita una spiegazione più approfondita, che sarà mio piacere sviluppare nel prossimo numero.

*  La lingua indoeuropea lingua ipotetica ricostruita concepita come l’antenata comune di molte lingue indoeuropee, tra cui il latino.

 





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