Il gigante che trema

Il gigante che trema

Livia Gualtieri ci invita a riflettere su come la vulnerabilità, sia di un essere naturale che di un sistema umano, diventi un simbolo di forza quando è accompagnata da una cooperazione armoniosa. Il “gigante tremulo” ci ricorda che, così come le sue foglie vibrano alla più lieve brezza, anche noi siamo sensibili ai cambiamenti che ci circondano. Solo riconoscendo questa interconnessione possiamo trovare nuove risposte alle sfide che affrontiamo, inclusa la crisi climatica, e riscoprire la forza del vivere insieme.

                                                                                                                                                                                                                            L’editore

Quando pensiamo ad un individuo longevo ci vengono in mente gli anziani di quelle comunità di centenari che vengono spesso studiate dalla scienza per scoprirne il segreto di lunga vita. In Italia ne abbiamo una in Sardegna, ad esempio. Capita anche di leggere di alberi secolari, addirittura millenari, che attraversano il tempo come silenziosi testimoni della storia.

Pando, una foresta di pioppi tremuli

Ma lo stupore non può non essere la prima reazione quando scopriamo che un unico essere vivente è, non solo presente sulla terra probabilmente da più di diecimila anni, ma è anche gigantesco, al punto da pesare quasi sei milioni di chili! Mi riferisco a Pando, una foresta di pioppi tremuli nello stato americano dello Utah. Una foresta, un unico essere vivente? ci si chiederà. Sì, perché Pando (dal latino espandersi) è stato generato da un unico pioppo originario che ha esteso le proprie radici sottoterra per circa 43 ettari e, da queste radici, sono nati dei nuovi fusti che si sono sviluppati nel corso degli anni.

Gli scienziati che hanno studiato il fenomeno ne stimano l’età intorno ai 14000 anni, considerando che allora, nel continente americano, si verificò una glaciazione alla quale si pensa non sarebbe potuto sopravvivere. Ogni ramificazione dell’apparato radicale, una volta distanziata dalle altre, genera quello che in botanica si chiama pollone che, a sua volta, si sviluppa in un nuovo albero, ma con lo stesso patrimonio genetico di quello originario, in una sorta di clonazione del tutto naturale. Mai mano umana è intervenuta in questo processo. E, analizzando campioni di DNA dei vari alberi, si è scoperta la loro unicità. Il capostipite è senz’altro morto, ma l’organismo ha continuato a sopravvivere, creando un ambiente che ospita molte altre specie animali e vegetali, in un mutuo scambio di risorse che ne ha fatto una sorta di comunità che vive in perfetta armonia.

I cambiamenti climatici

Purtroppo i cambiamenti climatici, siccità in primis, lo mettono in pericolo. Come pure il fatto che i cervi usino mangiare i giovani germogli e le malattie che, in individui con lo stesso corredo genetico, sono sempre pericolose, come accade anche per gli esseri umani. Enti pubblici e associazioni si sono mobilitati per salvare questo essere che viene chiamato il Gigante tremulo, per via delle sue delicate foglie che oscillano anche alla più leggera brezza e che, in Autunno, ne fanno un quadro dipinto di splendidi colori, durante il periodo del foliage.

Un gigante che ci ricorda come qualsiasi forma di società abbia bisogno della partecipazione di tutti per prosperare e che il benessere dei singoli sia imprescindibile da quello della collettività, in una sorta di metafora sociale vista attraverso gli occhi della Natura. Che, da sempre, non smette di fornirci i più grandi insegnamenti.