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Fermentazione, un invito a ripensare il tempo

a cura di Marie Joveneau

19 Agosto 2024

Fermentazione, un invito a ripensare il tempo

Fermentazione, un invito a ripensare il tempo

La nostra percezione del tempo è profondamente influenzata dalla cultura e cambia in modo significativo a seconda delle epoche, del territorio, dei sistemi educativi, dei modelli sociali.

Infatti, ogni società sviluppa una propria percezione del tempo, plasmata da tradizioni, valori, abitudini collettive, esperienze storiche determinanti come carestie, guerre, pandemie (come quella che abbiamo vissuto) e altre sfide significative.


La pratica della fermentazione rappresenta un’opportunità unica per rivedere e ampliare la nostra concezione del tempo e, in questo articolo, vi invito a proseguire la nostra esplorazione del tema della rivoluzione culturale della fermentazione con un focus particolare sul tempo inteso come elemento culturale che possiamo ridefinire grazie a questa tecnica ancestrale.

Un rapporto intimo, complesso e paradossale

La fermentazione cambia la nostra percezione del tempo poiché ci da la possibilità di riscoprire il valore dell’attesa come elemento essenziale per il miglioramento inteso come il raggiungimento di uno stato di completo sviluppo, perfezione o completezza.

Infatti, questo processo ha la peculiare capacità di conservare gli alimenti sospendendo gli effetti negativi del tempo e di trasformare ciò che inizialmente potrebbe sembrare un nemico (il tempo) in un prezioso alleato.

Il tempo come nemico


Iniziamo considerando l’aspetto più evidente: il tempo visto come un nemico da combattere. Questo punto di vista è comune poiché spesso definiamo la fermentazione come una tecnica di conservazione che protegge il cibo dagli effetti dannosi del tempo.

Tuttavia, sebbene la fermentazione sia ampiamente riconosciuta per la sua efficacia nella conservazione degli alimenti, svolge un altro ruolo fondamentale che spesso viene trascurato : la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Infatti, essa contribuisce in modo significativo alla preservazione di tradizioni per trasmissione di conoscenze e pratiche antiche che sono profondamente radicate nella cultura di determinati territori.

Pertanto, la fermentazione non solo conserva gli alimenti, ma contribuisce in modo decisivo nella preservazione della ricchezza culturale e storica, garantendo che tradizioni e saperi rimangano vivi nel tempo. In questo senso, possiamo considerare la fermentazione come un autentico custode del passato, poiché permette agli alimenti fermentati e alla cultura a essi associata di affrontare le sfide del tempo.

Il tempo come alleato


La fermentazione va oltre la mera resistenza agli inevitabili effetti del tempo: essa trasforma, trasmuta e “alchimizza” grazie al tempo stesso.

Infatti, questo processo biologico (da “bios” = vita) richiede una durata specifica, poiché solo con il trascorrere del periodo necessario i micro organismi (lieviti, batteri, muffe) possono trasformare la materia prima come cavolo, succo d’uva o latte in prodotti diversi, arricchiti e migliorati come crauti, vino o formaggio. Considerando il tempo in questo modo, possiamo definirlo non più come un nemico contro il quale lottare ma come un catalizzatore alchemico capace di trasformare la materia prima in un qualcosa di diverso, arricchito, migliorato.

Tempo e fermentazione sono quindi intrinsecamente e indissolubilmente connessi. Questo rapporto complesso e complementare si manifesta da un lato nella sfida agli effetti deleteri del trascorrere degli anni, e dall’altro sfruttando il passare dei giorni come alleato prezioso per conferire ai prodotti nuove caratteristiche nutrizionali e organolettiche.

Conservazione e trasformazione, protezione e cambiamento, staticità e dinamicità, pausa ed evoluzione: il rapporto paradossale della fermentazione con il tempo ci invita a riconsiderare la nostra comprensione del tempo. Offre inoltre l’opportunità di superare le concezioni binarie della nostra cultura, accogliendo la possibilità che aspetti apparentemente contraddittori possano coesistere e arricchire la nostra visione del mondo e il nostro modo di pensare.





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