a cura di Livia Gualtieri
Tsundoku
Tsundoku
Chi scrive, solitamente, ama anche leggere
Chi scrive, solitamente, ama anche leggere. Lettura e scrittura sono intimamente interconnesse. Si scrive per l’esigenza – l’urgenza, a volte – di esprimere le proprie emozioni. E si legge per esplorare e conoscere, accostandosi al mondo interiore, o ai saperi, di altri autori. Il tutto in un continuo scambio. Ma, se scrivere ha in sé qualcosa di innato, una sorta di dono con il quale si nasce (pur se si può affinarlo e migliorarlo nel tempo), la lettura è un’autentica passione, un piacere trasversale che accomuna persone anche molto diverse tra loro.
C’è chi legge come passatempo, chi per arricchire la propria cultura, chi per acquisire competenze specifiche di un particolare ambito, chi lo fa per cercare risposte a quesiti di varia natura. E i prodotti editoriali disponibili spaziano in campi diversissimi, pronti ad incontrare le esigenze e le richieste più disparate del pubblico. C’è poi chi acquista libri a ritmo serrato, in un continuo accumulo di titoli ed uscite.
Bibliofili e bibliomani: amore per i libri e la cultura
Ed anche in questo caso, si possono categorizzare persone diverse. Se parte di costoro presenta un vero e proprio disturbo di personalità – al punto da essere definiti bibliomani, parola in cui la parte ” mania ” indica proprio una connotazione patologica – altri sono invece caratterizzati da autentico amore per il sapere e, quindi, anche per i libri. E parliamo, in questo caso, di bibliofili, la cui desinenza indica per l’appunto inclinazione amorosa. Nel guado tra queste opposte categorie, incontriamo coloro che praticano (a volte, senza nemmeno saperlo) lo tsundoku.
Lo Tsundoku: quando accumulare libri diventa un piacevole dilemma.
Questa parola giapponese, il cui uso risale alla fine dell’800, racchiude in sé tre componenti: tsunde (accumulare), oku (lasciare da parte) e doku (leggere). In sostanza, coloro che rientrano in questa categoria, non sono considerati in un’accezione negativa perché sono, generalmente, i lettori costanti, cioè che leggono, mediamente, almeno un libro al mese. Questi appassionati amano sinceramente leggere e ciò li spinge ad acquistare sempre nuovi volumi, spinti, in parte, dal desiderio di conoscenza e, in parte, dal collezionismo. Accumulano, perciò, con il reale intento di leggere. Ma anche loro, finiscono col creare le famigerate pile di libri in scaffali e librerie, come pure su pavimenti e angoli della casa, là dove i libri finiscono per diventare quasi pezzi di arredamento, la qual cosa sta diventando perfino una tendenza dell’interior design. Un libro fa cultura e nobilita qualsiasi appartamento.
Il potere calmante dell’acquistare libri: un viaggio tra conoscenza e relax.
Ma, senza alimentare patologie, possiamo concludere che acquistare libri ha un potere quasi calmante. L’idea di addentrarsi nelle pagine assomiglia ad un viaggio o ad un colloquio con l’autore o ad una seduta di tecniche di rilassamento, assumendo, di volta in volta, i connotati del turismo, dell’amicizia o della terapia. Ognuno dà alla lettura il proprio personale significato ma, sempre, un libro ci lascia qualcosa.
E, dopo averlo terminato, non saremo gli stessi ed avremo riempito degli spazi interiori, oltre che fisici.